L'Italia non tutela come dovrebbe i diritti di chi viaggia o vuole viaggiare, dai disabili in bus a chi si sposta in nave sino a chi compra pacchetti-vacanze da un tour operator che poi fallisce. Così la Commissione Ue, dopo diversi scambi con le autorità italiane e indagini pilota concluse senza chiarimenti convincenti, ha deciso di avviare una serie di procedure d'infrazione con l'invio a Roma di tre lettere di messa in mora, di cui una complementare.
La prima lettera riguarda l'obbligo di definire terminal di autobus e bus dove i viaggiatori disabili possono ricevere la necessaria assistenza, e un'autorità preposta a far rispettare la legge. In assenza di un'autorità dei trasporti operativa, l'Italia ha indicato come responsabile il ministero dei Trasporti per i reclami dei passeggeri, ma questo non ha né il potere di comminare sanzioni né di far rispettare la legge, in quanto non ci sono ancora le procedure per presentare i reclami.
Simile il problema per chi si sposta in nave: ancora manca l'autorità a cui tutti i viaggiatori possono rivolgersi per presentare reclami in caso di mancato rispetto dei diritti. L'Antitrust e la nuova Autorità per i trasporti italiane non hanno ricevuto le competenze necessarie per farlo, nonostante le regole Ue siano in vigore da fine 2012 e i due anni dati agli stati membri per adeguarsi. Per la Commissione, quindi, "non è accettabile che l'Italia non abbia ancora preso tutte le misure necessarie".
Bruxelles ha poi puntato il dito sul Fondo di garanzia per i risarcimenti ai consumatori in caso di fallimento dei tour operator: questo sì, esiste, ma è sempre stato vuoto o dotato di risorse insufficienti.
Ora l'Italia ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles che, se non sarà soddisfatta, proseguirà nella procedura che può arrivare al deferimento alla Corte Ue.