Vacanza rovinata, Alpitour deve risarcire anche per tessera club

Per Tribunale e Corte di Appello quanto acquistato con tessera non rientra nel pacchetto

D'ora in poi il tour operator dovrà risarcire anche i disservizi di quanto si acquista direttamente nel villaggio turistico con la tessera club. Lo ha stabilito la sentenza 3256 della Cassazione che ha dato ragione a una coppia milanese con bambini che aveva acquistato due settimane di soggiorno in un albergo strutturato come un villaggio, dopo aver visionato una brochure che prometteva una spiaggia attrezzata adatta ai piccoli, apposita animazione, piscina e campi da tennis. Tutti servizi che andavano acquistati in loco. Dopo l'acquisto, la coppia si rese conto che nulla di quanto promesso corrispondeva al vero, a partire dalla spiaggia invasa da barche e reti, non adatta – ed anzi – pericolosa per i bambini.
Senza successo la coppia si era rivolta al Tribunale e poi alla Corte di Appello per ottenere il rimborso da vacanza rovinata. Secondo i magistrati di merito, quanto acquistato con la tessera club non faceva parte del pacchetto. Dunque non era risarcibile in quanto si trattava di "mere facilitazioni accessorie al soggiorno, non automaticamente valutabili rispetto all'alloggio, essendo esclusivamente destinate al più intenso godimento del servizio alberghiero offerto nel villaggio". Inoltre i giudici di Milano rilevavano che la domanda risarcitoria per inadempimento di obbligazioni contrattuali era da bocciare anche perché la coppia non aveva inviato una raccomandata di lamentela all'Alpitour.     
Ma la Cassazione ha rovesciato tutto affermando che anche i "servizi aggiuntivi", rispetto "alla ospitalità e ai tradizionali accessori", devono essere considerati parte del pacchetto turistico. A tal fine, afferma la Suprema Corte, non rileva che "ai fini della prefissata combinazione e della vendita a un prezzo forfettario dell'alloggio e degli altri servizi, la fruizione di tali servizi sia subordinata all'acquisto presso il villaggio di una tessera club, né il prezzo della stessa, quando, come in questo caso, tali altri servizi siano contenuti nel depliant e l'acquisto della tessera sia obbligatorio". Quanto alla raccomandata, la Cassazione spiega che non è obbligatorio mandarla. E' solo una "previsione a favore del consumatore". Ora la Corte di Appello dovrà essere meno clemente con il tour operator.

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