sabato, 18 Maggio 2024

Vacanze tutto compreso, Italia davanti a Corte Ue

Il Belpaese non offre garanzia effetiva in caso di fallimento del TO

Arriva davanti alla Corte di giustizia europea del Lussemburgo la causa che oppone l’Italia alla Commissione Ue sul recepimento della direttiva comunitaria che tutela i consumatori in caso di vacanze "tutto compreso". La normativa comunitaria risale a 19 anni fa e l’Italia l’ha recepita nell’ordinamento nazionale cinque anni dopo, nel 1995. Nel mirino di Bruxelles è però finita la parte della legge nazionale che prevede la creazione di un "fondo nazionale di garanzia" per il consumatore del pacchetto turistico. Per l’intervento di quest’ultimo, la legge italiana fissa un termine di tre mesi a decorrere dalla conclusione del viaggio, per consentire al fondo stesso di rivalersi verso il tour operator. Dopo l’avvio della procedura Ue in seguito ad una denuncia, le autorità italiane hanno annunciato di voler estendere a dodici mesi il termine per la presentazione della domanda di accesso al fondo, poi di volerlo abrogare ed infine hanno pubblicato in Gazzetta ufficiale un’informazione sul fatto che in ogni momento il consumatore poteva far ricorso al fondo di garanzia. Secondo l’esecutivo Ue, che ha deferito l’Italia alla Corte, queste misure "non garantiscono la protezione effettiva del viaggiatore, in caso di fallimento dell’organizzatore". Per Bruxelles, inoltre, crea "incertezza" da una parte la disposizione "mai abrogata" che indica il termine di tre mesi e dall’altra una nota che invita nella pratica a non tenerne conto.

News Correlate