Via libera dal governo alla banca dati, con il nuovo sistema di ricognizione, delle concessioni pubbliche comprese quelle balneari. È quanto ha stabilito il Consiglio dei ministri. In questo modo il governo punta a effettuare la mappatura delle concessioni demaniali, per appurare la non scarsità della risorsa spiaggia, prima di decidere il futuro delle attuali imprese balneari.
Il sistema alimentato dalle amministrazioni pubbliche, ma anche dalle regioni e dagli enti locali, contiene le informazioni relative a tutte le concessioni dei beni demaniali o appartenenti al patrimonio indisponibile (natura del bene, ente proprietario e gestore, durata della concessione, modalità di assegnazione della concessione, entità del canone concessorio, eventuali rinnovi). I dati così acquisiti saranno pubblicati anche in forma aggregata in un’apposita sezione dedicata del sito istituzionale del Mef. Conseguentemente, l’iniziativa consentirà di censire ed aggiornare tutte le concessioni (in essere o nuove) relative a tutti i beni pubblici. Quanto alle concessioni balneari le stesse sono già censite nella banca dati istituita presso il Mit, alla quale fa riferimento l’art. 5 del decreto legislativo. Detta banca dati non viene in alcun modo archiviata o duplicata ma, esclusivamente, resa interoperabile con quella istituita presso il Mef, che, come detto, ha un contenuto ben più ampio. Conseguentemente, nessuna privatizzazione o cementificazione delle spiagge, bensì mera attuazione dell’art. 2 della legge concorrenza 2021, che persegue il ben diverso obiettivo di assicurare la massima trasparenza e pubblicità di tutti i rapporti concessori.
“Dopo la conferma dell’avvio della mappatura – sottolinea Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA – attendiamo il prossimo tavolo tecnico, previsto per il 25 luglio, per approfondire ulteriormente il tema e identificare definitivamente i criteri della scarsità della risorsa che, ne siamo assolutamente convinti, in Italia non sussiste. Se così fosse – e i primi dati, per quanto grezzi lo dimostrano -, nei mesi a venire si potrà finalmente procedere a un riordino complessivo delle norme che riguardano le concessioni demaniali, sempre nel rispetto dei principi europei ma con condizioni di applicazione decisamente diverse da quelle previste fino ad ora”.
“Dal censimento – aggiunge Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio – gli imprenditori balneari non hanno nulla da temere ma, anzi, tutto da guadagnare. Dai primi dati, infatti, è evidente che manca il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein, così come deciso dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
Per Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneari, “censimento e mappatura non potranno che certificare la disponibilità del bene – e non la scarsità – per nuove iniziative imprenditoriali in aderenza ai principi comunitari del mercato e la concorrenza. Si darà così certezza del proprio futuro a 30 mila piccole imprese balneari italiane rendendo, di fatto, inapplicabile la direttiva Bolkestein concludendo, altre,
una vertenza con l’Europa su settore strategico per il nostro turismo”.