Sono 245 le discipline praticabili ‘en plein air’ in Italia nel periodo che va da marzo ad ottobre con 20 milioni 858 mila praticanti. Sono i dati illustrati dall’Osservatorio Italiano del Turismo Outdoor che sottolinea come tra questi ben 6 milioni 672 mila sono coloro che nel 2017 hanno soggiornato almeno una notte fuori casa per poter praticare la propria disciplina outdoor preferita.
La maggior parte di questi nostri connazionali è rimasta all’interno dei confini nazionali (5 milioni 550 mila circa), ma c’è stata anche una quota di 1 milione 121 mila italiani che, al contrario, ha preferito andare all’estero per praticare il proprio sport outdoor.
Secondo Jfc sono oltre 5 milioni 551 mila gli arrivi di italiani che si spostano per praticare attività sportiva outdoor (per oltre 16 milioni di presenze) e circa 7 milioni 288 mila gli arrivi stranieri (per oltre 23 milioni 320 mila presenze). Il dato complessivo è stato di 12 milioni 840 mila circa, mentre le presenze hanno raggiunto quota 39 milioni 422 mila.
A questi dati vanno aggiunti gli italiani che hanno preferito uscire dai confini nazionali per praticare (sempre con riferimento al periodo marzo/ottobre 2017) la loro disciplina outdoor preferita: si tratta di 1 milione 121 mila persone che hanno generato 4 milioni 133 mila presenze, però in Paesi esteri.
Le previsioni per il 2018 sono ancora più incoraggianti, in quanto l’Osservatorio Italiano del Turismo Outdoor stima un incremento del +4,3% di arrivi italiani legati alle discipline outdoor unitamente ad una crescita del +3,2% degli arrivi stranieri.
Nel 2017 il fatturato complessivo del settore in Italia, nel periodo marzo/ottobre, ha superato i 4 miliardi. Per il 2018 le stime dell’Osservatorio prevedono di raggiungere un fatturato complessivo per il settore pari a 4 miliardi 189 milioni di euro, con un incremento – rispetto al 2017 – di 157 milioni (+3,9%).
É il Trentino Alto Adige òa regione che raccoglie la maggior quota di turisti outdoor, che a livello nazionale conquista ben l’11,4% del totale dei flussi, seguito dalla Sardegna con il 10% e dall’Emilia Romagna con il 9,8%. A seguire altre 4 regioni che conquistano quote superiori al 5%: ilVeneto (9,2%), la Toscana (8,5%), la Sicilia (7,5%) e il Piemonte.