La rivoluzione dei taxi volanti tra regole, standard sicurezza e disuguaglianza sociale

foto Ansa

I taxi volanti si preparano a spiccare il volo nel 2025. E le autorità di regolamentazione mondiali corrono ai ripari mettendo a punto standard e norme così da non farsi trovare impreparate quando la ‘nuova rivoluzione’ partirà. I taxi volanti (nella foto Ansa), più sicuri, economici e meno rumorosi degli elicotteri, hanno il potenziale – secondo le attese – di  cambiare radicalmente il trasporto, soprattutto urbano. Almeno all’inizio, è prevista la presenza di un pilota in volo mentre in un successivo momento il controllo sarà assunto dall’intelligenza artificiale. Viste le difficoltà nello stabilire norme per le auto autonome e i droni, le autorità si trovano quindi di fronte a una bella sfida.

In Europa si lavora a test per esaminare la sicurezza dei velivoli e il software che li guida. In Gran Bretagna l’autorità per l’aviazione civile ha creato uno spazio virtuale dove le società che producono e sviluppano taxi aerei possono testare la loro tecnologia. In Cina invece sono state autorizzate cinque società a esplorare quali potrebbero essere gli standard di volo e quelli per ottenere la certificazione, un lavoro che dovrebbe essere ultimato entro la fine dell’anno.

Gli analisti guardano con scetticismo alla corsa ai taxi volanti, convinti che i principali ostacoli non saranno né la tecnologia né le regole. Il vero nodo sono i costi e gli elicotteri, con un mercato molto ristretto, ne sono una prova. L’idea di fondo è che pochi potranno permettersi di usare taxi volanti come mezzo di trasporto su base costante. Il rischio insomma è quello di accentuare ulteriormente le disuguaglianze fra l’1% dei paperoni e il resto del mondo.

(foto Ansa)

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