La congiuntura 2015 non ha frenato la voglia di viaggiare degli italiani all’estero. Ma l’impatto di fattori geo-politici ed economici ha modificato la geografia dei flussi outgoing, penalizzando alcune tra le destinazioni più popolari ed avvantaggiando altre mete, soprattutto di lungo raggio.
Tra quelle che hanno perso più vacanzieri italiani nel corso del 2015 spiccano la Tunisia (-79,4%), la Turchia (-15,4%) e l’Egitto (-3,8%), accomunati da una situazione politica instabile e da una serie di attentati verificatisi nel corso dell’anno. Ma anche la Grecia, da sempre meta top dell’estate, pare subire l’effetto del rischio Brexit e la presenza dei migranti: -3,3% gli italiani nel 2015, -9,3% nel trimestre luglio-settembre.
Tra i paesi che invece hanno registrato un incremento di arrivi italiani, in Europa oltre alla Spagna (+6,9% arrivi), va menzionata la Francia (+12,1%), che compensa la forte contrazione di arrivi a Parigi (effetto Charlie Hebdo e Bataclan) con un significativo aumento di flussi in Costa Azzurra e in altri dipartimenti.
Ma le destinazioni che registrano un boom della domanda italiana sono quelle del Sud Est Asiatico e dell’Asia orientale, in particolare la Thailandia (+30%, la nuova meta mare) e il Giappone (+38%), che beneficiano del dirottamento di flussi di nicchia da parte di operatori specializzati, alla ricerca di mete alternative per i loro clienti. Da questo punto di vista, se il turismo intermediato è quello che pare soffrire di più per la congiuntura 2015 (-12% arrivi e notti, -9,8% spesa) rispetto a quello indipendente, l’aumento dei viaggi di lungo raggio verso destinazioni costose e la tenuta dei segmenti up-market evidenzia una aumento della spesa media pro capite per pacchetto (da 995 a 1.030 euro in media, +3,5%).
Come sottolineato da Valeria Minghetti del CISET, nel corso della XVI Conferenza svoltasi oggi a Venezia, oltre 3 turisti italiani su 4 sono rimasti all’interno dell’Europa (con aumenti del +6,4% in Europa settentrionale e del +3,5% in Europa occidentale) mentre il restante 23% ha privilegiato l’area asiatica (arrivi +7,4%), i Caraibi e il Sud America (+5,7% e +4,5% rispettivamente), a scapito dell’Africa, che ha registrato un crollo degli arrivi italiani del -15,6%. Pressoché stabile l’Oceania (+1%).
Mascia Di Torrice dell’Istat ha invece fornito un quadro in base al quale il 2015 è un anno di stabilità per la domanda turistica dei residenti, con 57,9 milioni di viaggi con pernottamento stimati, per un totale di 340 milioni di notti. La maggior parte dei viaggi (88%) e delle notti (93%) sono per vacanza, con una durata media di 6,2 contro 3,4 per i viaggi di lavoro (media 5,9 giorni), senza variazioni rispetto al 2014.
Per la prima volta dal 2009, le vacanze brevi (1-3 notti) non diminuiscono, mentre quelle lunghe (4 notti e più) sono stabili per il secondo anno consecutivo. Invariata anche la stima del volume di viaggi di lavoro, nonostante nel secondo trimestre si registri un calo tra questo tipo di spostamenti.
Circa l’80% dei viaggi è diretto in Italia, mentre il 20% all’estero. Le regioni più visitate per vacanza sono Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Lombardia, Toscana e Trentino Alto-Adige (61,5% vacanze totali), mentre per lavoro la Lombardia e il Lazio (34% dei viaggi). All’estero, la maggior parte dei viaggi ha una meta europea, principalmente la Spagna e la Francia; per i viaggi di lavoro, è la Germania il paese più frequentato. Guardando alla motivazione, la metà delle vacanze in Italia si svolge per rilassarsi e divertirsi, mentre all’estero per riposo/divertimento, visite al patrimonio artistico, monumentale o archeologico e alle bellezze naturali del luogo. Nel 2015, gli alloggi privati sono la sistemazione preferita per vacanza sia in Italia che all’estero, mentre le strutture collettive per gli spostamenti per lavoro. Il 50% circa parte senza prenotare, mentre il 30% utilizza internet. Il mezzo di trasporto più utilizzato, anche nel 2015, è l’automobile, molto meno l’aereo e il treno.