I viaggi dei residenti in Italia nel 2020 toccano il loro minimo storico: sono 37 milioni e 527 mila (231 milioni e 197 mila pernottamenti), con una drastica flessione rispetto al 2019 per le vacanze (-44,8%) e ancora di più i viaggi di lavoro (-67,9%). In estate il calo si attenua (-18,6%). Ma quasi 7 persone su 100 rinunciano alla vacanza estiva (erano il 37,8% nel 2019, sono il 30,9% nel 2020 quelle che fanno almeno una vacanza tra luglio e settembre). I viaggi all’estero crollano (-80,0%) mentre le località italiane sono meno colpite (-37,1%) e sono meta del 90,9% dei viaggi. Lo scrive l’Istat sul report dedicato ai viaggi.
Pur nel calo generalizzato, il Nord rimane l’area del Paese con più potere attrattivo (44,6% dei viaggi), sia per le vacanze, soprattutto se brevi (53%), che per i viaggi di lavoro (52,7%). Per le vacanze lunghe, il Mezzogiorno (34,9%) incalza il Nord (36,9%) e supera il Centro (16,8%), che tuttavia continua a registrare quote più consistenti di vacanze brevi (25,6% contro 16,1%) e di viaggi di lavoro (19,3% contro 14,6%). Toscana, Emilia-Romagna, Trentino Alto-Adige, Lombardia e Veneto continuano a essere le cinque regioni più visitate, alle quali si aggiunge la Campania. Queste sei regioni accolgono complessivamente il 55,1% degli spostamenti interni, con quote che variano tra il 5,9% della Campania e l’11,5% della Toscana, che si conferma la destinazione preferita per le vacanze nell’anno (11,7%), soprattutto se brevi (12,5%).
Per lavoro, si viaggia di più in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio che, insieme, ospitano oltre il 42% dei viaggi d’affari in Italia. Il Lazio continua a essere una delle mete privilegiate per i soggiorni di lavoro, ma, per la prima volta dal 1997, anno di avvio dell’Indagine, non è tra le prime sei regioni più visitate scivolando al nono posto. La regione arretra per tutti i tipi di viaggio, comprese le vacanze brevi, delle quali era una delle destinazioni preferite. In particolare, il Lazio è tra le aree che risentono di più della forte contrazione delle visite alle città e delle vacanze culturali, tradizionalmente molto frequenti nella regione. Di contro, il Trentino Alto Adige sale nella classifica delle mete più visitate, diventando la regione più frequentata in occasione sia delle vacanze brevi che di quelle lunghe in inverno (rispettivamente 14,7% e 22,6%), distanziando notevolmente la Lombardia (13,9%), seconda classificata. Durante questo periodo, gli spostamenti in Trentino Alto Adige sono motivati prevalentemente dalle vacanze sportive, limitate dal lockdown solo a partire dalla metà di marzo.
“Come la stessa Istat evidenzia – rileva l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi – il settore alberghiero è di gran lunga il più colpito. Il dato Istat è impietoso, gli alberghi hanno perso il 57,8% in termini di arrivi (viaggi) e addirittura il 62,2% come presenze (notti). Segmenti più colpiti il turismo internazionale, il turismo d’affari, fiere e congressi. Di fatto azzerati. E la situazione per il 2021 certamente non è migliore”.
“I dati Istat – aggiunge il presidente del Codacons Carlo Rienzi – disegnano un quadro disastroso che impone l’adozione di misure urgenti a sostegno del settore. Chiediamo al Governo di consentire da subito viaggi e spostamenti per gli oltre 3,6 milioni di cittadini che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino, e che sono costretti a subire le stesse limitazioni dei non vaccinati. Un simile provvedimento aiuterebbe il comparto del turismo alleggerendo le perdite degli operatori”.