Prosegue il crollo delle tariffe alberghiere che, dopo la caduta di agosto e settembre, registrano un calo anche in autunno. Ad andare male sono le città d’arte come Venezia e Firenze, rispettivamente al 2° (con una flessione su base annua del 21,3%) e 3° posto (-17%) e alcune città note per i loro eventi fieristici, convegni e convention, come Bologna, in 4^ posizione (-16,5%), e Milano, in 5^ (-15,2%). È quanto emerge dall’elaborazione fatta dall’Unione Nazionale Consumatori sui dati dell’inflazione di ottobre resi noti dall’Istat.
A guidare la classifica nazionale Ascoli Piceno, con una frenata dei prezzi, rispetto ad ottobre 2019, del 23,1%. Al 6° La Spezia con -10,8% e, al 7°, Roma, con -10,2%, ultima città a registrare un calo a due cifre. In media nazionale, a ottobre i prezzi degli alberghi scendono su base annua del 3,8%. Dall’altra parte della classifica, i rialzi annui più alti per Pescara (+18,2%) Trapani (+15,5%) e, in netta controtendenza con tutte le altre grandi città italiane, Genova, che, per via del Salone Nautico e del suo spostamento di data da settembre a ottobre, segna un +15,4%.
“Non si arresta la deflazione record per gli alberghi. Dopo la discesa delle tariffe durata tutta l’estate, per via del minore afflusso di turisti, anche in autunno, nonostante in ottobre non fossero ancora scattate le misure restrittive del Dpcm del 3 novembre, i servizi alberghieri registrano, nelle principali città italiane, un crollo a due cifre. Il bonus vacanze ha ormai esaurito la sua funzione. Senza fiducia nel futuro, nessun consumatori farà ulteriori richieste. Sarebbe bene, quindi, pensare ad altro – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Inoltre, Genova dimostra, se ce ne fosse bisogno, che, essendo i prezzi degli alberghi collegati alla domanda di camere, se gli eventi ripartono e il pubblico ritorna, i prezzi risalgono e la crisi finisce. Tra Genova e Milano c’è una differenza di oltre 30 punti percentuali, 30,6 per la precisione. Una voragine”, conclude Dona. A livello regionale, la regione più in deflazione è il Lazio, al primo posto con una flessione dei prezzi degli alberghi del 9,4%, poi la Toscana (-7,6%) e al terzo posto la Lombardia (-6,5%). Alzano i prezzi, invece, in Liguria, con un rincaro record del 9,5%, sempre per via del Salone Nautico, al 2/o posto la Calabria con +9,2% e al 3/o il Trentino, +2,5%.