A Bruxelles è l’anno del Surrealismo

Doppia ricorrenza a Bruxelles nel segno del Surrealismo: nel 2024, infatti, si celebrano il centenario della pubblicazione del Manifesto Surrealista (avvenuta nel 1924) e il 75° anniversario della morte di James Ensor, i cui lavori hanno esercitato un importante influsso sulla pittura del XX secolo, tanto da essere considerati all’origine stessa del Surrealismo.

Per l’occasione, i Musei Reali delle Belle Arti del Belgio, il BOZAR (Centro delle Belle Arti di Bruxelles), la Biblioteca Reale del Belgio (KBR) e il Museo Magritte, in collaborazione con visit.brussels, hanno organizzato un imperdibile palinsesto di eventi dedicati al Movimento e ai suoi protagonisti.

“Il Surrealismo e Bruxelles sono da sempre legati a doppio filo: l’anima anticonvenzionale ed eclettica del movimento si adatta particolarmente bene al DNA della capitale. Accanto alle mostre principali, tutta la città sarà animata da eventi speciali, allo scopo di coinvolgere un pubblico trasversale, composto anche di famiglie, sulla base dell’ottimo riscontro ottenuto delle iniziative dedicate all’Art Nouveau nel 2023”, ha detto Ursula Jone Gandini, direttore Italia Ufficio del Turismo di Bruxelles.

  • “Histoire de ne pas rire. Surrealism in Belgium”, in scena al BOZAR fino al 16 giugno, celebra i 100 anni del Surrealismo con un focus sulla ricercatezza intrinseca delle opere degli artisti belgi, spesso molto eccentriche ma anche ricche di richiami diretti al contesto storico e politico. Il percorso espositivo mette a confronto la produzione degli artisti belgi con l’evoluzione del Movimento su scala internazionale, e include i lavori di Paul Nougé, René Magritte, Jane Graverol, Marcel Mariën, Rachel Baes, Leo Dohmen, Paul Delvaux, Max Ernst, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico e molti altri ancora.
  • Per cinque mesi, dal 21 febbraio al 21 luglio, i Musei Reali di Belle Arti del Belgio ospitano “IMAGINE! 100 Years of International Surrealism – from De Chirico to Pollock”, straordinaria mostra itinerante allestita in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi. L’esposizione, che comprende oltre 130 opere d’arte tra dipinti, sculture e fotografie, esplora in modo particolare il Surrealismo alla luce dell’eredità del movimento simbolista, mettendone in evidenza i punti di contatto e le diversità, nel confronto fra il passato, rappresentato da artisti come Félicien Rops e Léon Spilliaert, e il futuro di pittori come Dalí e Miró. Il percorso espositivo affronta i temi tipici del Surrealismo, come il sogno, il labirinto, la metamorfosi, l’ignoto e il subconscio.
  • Bruxelles ha avuto un avuto un ruolo centrale nella formazione di James Ensor: nella Capitale, l’artista ha frequentato per tre anni i corsi dell’Accademia, studiando con Fernand Khnopff e altri talenti emergenti, e ha incontrato intellettuali e collezionisti – tra cui Félicien Rops ed Émile Verhaeren – che hanno avuto un’importanza essenziale nell’evoluzione del suo linguaggio visivo. La mostra “James Ensor. Inspired by Brussels”, ospitata dalla Biblioteca Reale del Belgio (KBR) dal 22 febbraio al 2 giugno, riunisce un numero eccezionalmente elevato di opere originali (quasi un centinaio) tra maschere, ritratti, scheletri, nature morte e mostri.
  • E sempre ad Ensor è dedicata “James Ensor. Maestro”, un vibrante tributo alla versatilità dell’artista: la mostra, esposta al BOZAR dal 29 febbraio al 26 giugno, si concentra in modo particolare sui suoi legami con il mondo della musica, il balletto e il teatro, attraverso più di 100 opere tra dipinti, stampe, fotografie, spartiti e manoscritti originali.
  • Infine, il Museo Magritte approfitta delle celebrazioni per i cento anni del Surrealismo creando una sorta di dialogo tra l’affascinante mondo di René Magritte e le creazioni poetiche di Jean-Michel Folon: “Magritte·Folon”, allestita dal 21 febbraio al 21 luglio, è più di una semplice mostra, è un incontro onirico tra due mondi immaginari unici. Sebbene i due artisti non si siano mai incontrati, esistono molte somiglianze tra i loro mondi visivi, tanto che Folon considerava Magritte “uno dei padri” della sua generazione: l’esposizione riunisce le loro opere, mostrando le connessioni nella loro immaginazione.
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