Salgono a 18 miliardi di euro i nuovi ristori per le imprese danneggiate dalla crisi Covid, che cammineranno su un meccanismo più flessibile rispetto al passato. Oltre al criterio del fatturato si affianca quello del risultato economico di esercizio: una sorta di ‘conguaglio’ per il quale vengono stanziati 4 miliardi, di cui 3 di risparmi e 1 in deficit. Le novità arriveranno con il dl sostegni bis, che dopo diversi rinvii sarà approvato dal cdm giovedì. Il menu è molto ampio e il governo ha promesso aiuti anche alle discoteche e alle sale giochi.
C’è poi il pacchetto lavoro a cui da giorni lavora il ministro Andrea Orlando e che si aggira tra i 4 e i 5 miliardi. Le assunzioni saranno incentivate con nuovi sgravi, nasce il contratto di rioccupazione e ci sarà un intervento per evitare il decalage della Naspi. Gli stagionali e i lavoratori del turismo potranno invece contare su altri 2 mesi di indennità ad hoc.
Se in alcuni casi si tratta di proroghe di misure già in campo, a cambiare con il nuovo dl Sostegni è sicuramente lo schema per i ristori. L’obiettivo è riuscire ad accelerare gli indennizzi e anche ad aumentare il numero dei soggetti coinvolti: molte imprese erano rimaste escluse perché nel periodo unico di riferimento previsto con il decreto Sostegni 1 non raggiungevano le perdite del 30% necessarie per accedere ai contributi a fondo perduto. Viene dunque confermata una doppia via di indennizzo in base al fatturato, scegliendo il periodo, e a questa si aggiunge la possibilità di preferire il meccanismo perequativo sul risultato di esercizio (confrontato annualità su annualità) con un conguaglio a fine anno.
Spunta anche un fondo per le attività chiuse per decreto, come annunciato dal ministro Giancarlo Giorgetti, insieme a una riproposizione del credito di imposta al 60% per gli affitti per 5 mesi (gennaio-maggio), che vale circa 2 miliardi. Altri 600 milioni andranno ai Comuni per garantire sconti Tari alle attività rimaste chiuse, 100 milioni rimpolperanno il Fondo per la montagna e le bollette saranno coperte per un mese in più, fino a luglio. Confermato anche il pacchetto di proroghe per le moratorie sui prestiti e le garanzie sulla liquidità (Sace, Fondo di garanzia per le Pmi, Simest), le agevolazioni per gli investimenti in start up, così come ci sarà il rinvio della plastic tax al 1 gennaio 2022 e lo slittamento della ripresa della riscossione. Resta invece da chiudere la partita sulle Dta per incentivare le aggregazioni, comprese quelle bancarie, così come sembra molto difficile che trovi posto l’estensione del superbonus al 110% alle aziende, su cui è in pressing da giorni il M5s.