Un’associazione per valorizzare il cibo di strada

In cantiere anche una guida con il meglio dello ‘Streetfood’ italiana

Cosa hanno in comune il pane ‘ca’ meusa’, i ‘gofri’ del Piemonte, la ‘crescia’ di Gubbio, la ‘pizza fritta’ napoletana, le olive all’ascolana, il ‘Cinque e Cinque’ livornese, il ‘Borlengo’ del modenese, lo ‘gnumeredd’ delle Murgie e il panino al lampredotto di Firenze? Sono alcuni dei tanti piatti di strada della tradizione italiana, consumati ogni giorno presso ambulanti e baracchini. E da oggi
la neonata associazione culturale ‘Streetfood’ si occuperà di farli conoscere e preservarli contro il rischio di ‘estinzione’ causato dalla globalizzazione che sempre più colpisce le nostre tavole. L’associazione, nata ad Arezzo per iniziativa di un gruppo di persone che operano nel settore dell’agroalimentare, ha realizzato una vera e propria mappatura dell’Italia del mangiare ‘on the road’ e ora punta a promuovere e tutelare il cibo di strada anche attraverso la comunicazione, la partecipazione ai principali eventi di settore e la pubblicazione di un’apposita guida con tutte le principali attività in Italia.
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