La forte svalutazione del dollaro negli ultimi mesi ha invertito nel 2019 una tendenza di anni del turismo in Argentina, con un aumento degli arrivi di viaggiatori dall’estero e una diminuzione degli argentini che viaggiano verso destinazioni al di fuori dei confini del Paese.
Tra gennaio 2018 e gennaio 2019, il calo del turismo emissivo è stato del 20%, mentre a febbraio degli stessi anni è stato del 15%. Contemporaneamente, l’ingresso dei turisti non residenti per via aerea è aumentato del 25,7% e del 18,7%, secondo i dati diffusi dall’osservatorio sulle tendenze del turismo Oea-Tur nel recente congresso nazionale della federazione degli agenti di viaggio Faevyt. Il maggior numero di arrivi è stato registrato dal Brasile, una fonte tradizionale di visitatori in Argentina.
Tuttavia, sia l’Argentina che il resto dell’America Latina continuano a essere lontani dai flussi turistici globali, concentrati in Asia, Nord America, Europa e Golfo.
Allo stesso tempo, Buenos Aires – per diverso tempo considerata una delle città più costose del mondo – è diventata più competitiva, come ha sottolineato l’analista Pablo Singerman: questo perché la svalutazione del peso argentino “ha migliorato” per i turisti i prezzi in dollari. Il problema, tuttavia, per il turismo ricettivo è che la competitività di Buenos Aires è solo temporanea, a causa del rapido aumento dei prezzi (l’inflazione anno su anno aprile 2018-aprile 2019 in Argentina ha superato il 55%).