Sono 150 mila i turisti locali e stranieri che si sono recati finora nella zona costiera di Varosha (Maras in turco), riaperta al pubblico lo scorso ottobre dopo 46 anni dall’amministrazione turca di Cipro nord.
Rimasto abbandonato e sotto tutela militare di Ankara dopo la fuga della popolazione greco-cipriota e la divisione in due parti dell’isola nel 1974, a seguito dell’intervento militare turco in risposta a un tentativo di golpe filo-greco, il ‘quartiere-fantasma’ della città costiera di Famagosta (Gazimagusa) è tornato accessibile alla popolazione civile per volere del leader turco-cipriota Ersin Tatar, che l’aveva inaugurata insieme al presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Varosha è rimasta disabitata ma diversi servizi turistici sono stati autorizzati negli ultimi mesi dalle autorità locali, tra cui chioschi di cibi e bevande e noleggi di biciclette. Sono state attrezzate due spiagge con la presenza di bagnini. La riapertura dell’area ha causato forti proteste del governo di Nicosia, che l’ha definita ‘un’azione provocatoria e illegale’, e dell’Ue.