La Giordania ha stabilito un modello di armonia e coesistenza tra le sue comunità cristiane e musulmane e, in occasione del Giubileo 2025, inaugurato da Papa Francesco il 24 dicembre, ha inviato i cristiani e i cattolici di tutto il mondo a visitare i luoghi di pellegrinaggio cristiani nel Regno Hashemita. Il Vaticano riconosce cinque luoghi di pellegrinaggio in Giordania: Betania oltre il Giordano, il sito del battesimo di Gesù Cristo, il Monte Nebo, dal quale Mosé poté vedere la Terra promessa, la Chiesa di Nostra Signora della Montagna ad Anjara, venerata come il luogo dove passarono Gesù e Maria, Tell Mar Elias, luogo di culto dedicato al profeta Elia, e Macheronte, dove Giovanni Battista fu decapitato. L’appartenenza alla Terra Santa è uno degli elementi dell’unicità dell’identità arabo-cristiana giordana e spiega gli sforzi della Giordania per preservare i luoghi santi del cristianesimo
Durante le prime epoche cristiane, la Giordania fu meta e rifugio per decine di migliaia di cristiani, in quanto terra resa santa dai profeti, dai martiri e da Gesù. Il seme del cristianesimo in Giordania risale alle sue prime generazioni, quando i cristiani, perseguitati dai Romani, erano costretti a praticare il culto chiusi nelle proprie abitazioni e si rifugiavano in grotte e cimiteri per adempiere al dovere della preghiera collettiva. Lo testimoniano i ritrovamenti nella grotta del monastero latino della città di Ader, nel governatorato di Karak. Le croci rinvenute in questa grotta risalgono alla fine della prima o all’inizio della seconda generazione del cristianesimo e sono tra le testimonianze più antiche del mondo cristiano. Madaba, la città dei mosaici, conserva preziose testimonianze del cristianesimo, tra le quali spicca la più antica mappa illustrata della Terra Santa conservata nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio. La mappa era parte di un pavimento a mosaico di un’antica chiesa bizantina, risale alla seconda metà del VI secolo d.C. e rappresenta la regione del Mediterraneo orientale dell’epoca; al centro c’è la città di Gerusalemme e intorno ci sono diversi siti della Palestina, della Giordania e parte dell’Egitto e della Siria meridionale. È considerata la santa mappa della Giordania perché fu realizzata sulla base della Torah e del Nuovo Testamento e ha come centro la città santa di Gerusalemme. Inoltre, riporta i nomi delle tribù e di molti dei luoghi menzionati nel Vangelo, specialmente nel Vangelo di Giovanni, e fornisce importanti informazioni sul periodo bizantino.
L’offerta di turismo religioso della Giordania è vasta e comprende numerosi siti archeologici cristiani, oltre al percorso di pellegrinaggio cristiano che collega il sito del battesimo di Betania oltre il Giordano con il Monte Nebo, Macheronte e altri importanti siti religiosi. Il Giubileo 2025 è l’occasione per rilanciare l’importanza e la santità del pellegrinaggio cristiano ai cinque siti approvati dal Vaticano. La Giordania, inoltre, è l’unico Paese ad essere stato visitato da quattro papi, a partire da Papa Paolo VI nel 1964, seguito dalle visite di Papa Giovanni Paolo II nel 2000, Papa Benedetto XVI nel 2009 e Papa Francesco nel 2014.
La terra giordana, con i suoi resti e i suoi luoghi cristiani, ci racconta dei profeti, di Gesù Cristo, dei santi e dei martiri. Rappresenta un appello destinato a tutti i cittadini, cristiani e musulmani, affinché la Giordania rimanga, come è sempre stata e come è tutt’ora, fedele alla sua vera vocazione: essere una terra di pace, di incontro, di fratellanza e di collaborazione tra tutti gli esseri umani.