Il turismo cinese verso le fase due

(di Giancarlo Dall’Ara) Il turismo cinese si sta avviando verso la “fase due” da quando gli operatori turistici sono stati autorizzati ad organizzare viaggi di gruppo, dapprima all’interno dei confini provinciali ed ora anche verso altre province.

La prima fase ha visto oltre 250 mil di turisti cinesi in viaggio (in occasione delle festività dell’1 maggio, poi di Qingming a metà aprile, e più di recente per la festa delle Barche drago), in gran parte verso mete vicine, per soggiorni brevi.

Ora le decisioni governative di aprire i confini delle province per il turismo di gruppo nelle aree del paese a basso rischio, a condizione che i turisti possano dimostrare il loro stato di buona salute, e utilizzino mascherine e disinfettante (assieme al limite del 50% della capacità per le attrazioni turistiche), hanno impresso una nuova spinta al settore del turismo, in grande difficoltà anche in Cina.

Ma se per conoscere lo stato del turismo interno bisogna aspettare i primi dati relativi alla stagione estiva, per avere le prime indicazioni utili relativamente al turismo outbound, che è quello che può riguardarci direttamente, bisognerà aspettare l’1 ottobre: festa nazionale con 7 giorni di ferie. L’impressione, o la speranza, è che finalmente anche il turismo verso l’estero segnerà una ripresa. In tal caso a beneficiarne saranno soprattutto i paesi vicini alla Cina, ma se le condizioni lo permetteranno, potrebbero esserci scenari più interessanti, perché il desiderio dei cinesi è di riprendere a viaggiare anche verso rotte più lontane. Al momento è presto per fare ipotesi, certo è questo il momento di lavorare per posizionarsi come meta innovativa e sicura, e raccogliere così, quando le condizioni generali lo permetteranno, i risultati che gli operatori italiani si attendono. Non ci sarebbe bisogno di sottolinearlo, ma si può occupare la posizione di “meta sicura” non solo con le attività di comunicazione, ma intervenendo su servizi e proposte.

D’altronde gli interventi sul prodotto sono quelli necessari se non si vogliono tradire le aspettative dei turisti, dei lavoratori dell’industria del turismo, e anche, naturalmente, dei residenti.

 

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