Fino a qualche settimana fa, l’industria del turismo israeliana era oltremodo fiorente, i siti culturali e religiosi erano pieni di gruppi e turisti individuali e le spiagge brulicavano di famiglie in vacanza che si godevano serenamente il sole di fine estate, mentre il periodo delle festività ebraiche stava volgendo al termine. Le prenotazioni per il periodo autunnale e invernale erano molto numerose e continuavano a crescere, dando un vero senso di ottimismo per l’industria turistica israeliana che si stava avvicinando ai livelli record pre-COVID. Oggi invece l’industria israeliana del turismo, a cominciare dal Ministero del Turismo di Israele, oltre alle numerose associazioni e organizzazioni turistiche, sta supportando il paese nello sforzo bellico contro Hamas.
In particolare, il Ministero, in collaborazione con l’Israel Hotels Association e con l’Autorità nazionale per la gestione delle emergenze, si è assunto la responsabilità di assorbire gli sfollati dalle aree sotto attacco missilistico accogliendoli negli hotel e negli ostelli della gioventù nel centro del Paese. Il ministero ha già procurato per gli ospiti decine di migliaia di camere che vengono assegnate alle famiglie dalle autorità locali in base alle loro esigenze. Haim Katz. Ministro del Turismo di Israele, ha caldamente invitato gli albergatori a collaborare facendo ogni sforzo possibile per dare un supporto in questa terribile situazione.
L’Associazione Israeliana dei Tour Operator sta offrendo tour agli sfollati che soggiornano negli hotel, per regalare loro qualche momendo di serenità. Gli sforzi principali dell’associazione saranno mirati al “giorno dopo”, incoraggiando il turismo in entrata nella regione, aiutando a ricostruire le imprese turistiche e adattando il prodotto turistico nel Negev occidentale per i gruppi turistici.
L’Associazione israeliana delle agenzie e dei consulenti di viaggio si è mobilitata immediatamente. Lavorando tutto il giorno, i membri dell’associazione hanno assicurato il ritorno sicuro degli israeliani sui voli di emergenza, aiutato con soluzioni di volo per i riservisti chiamati per arruolarsi, le famiglie delle vittime e tutti i cittadini che volevano tornare in Israele dopo le centinaia cancellazioni dei voli. Inoltre, gli uffici preposti all’organizzazione del turismo interno hanno svolto un ruolo significativo nello sforzo di collocare gli evacuati negli hotel. L’Associazione delle agenzie di viaggio aveva già lo stesso 7 ottobre aperto un centro informazioni entro mezzogiorno, informando gli agenti in tempo reale e tutto il giorno in merito alle cancellazioni di volo, alle modifiche al programma e ai voli di emergenza. L”associazione è in contatto diretto con le compagnie aeree per garantire politiche di cancellazione equa a beneficio dei passeggeri. I membri dell’associazione stanno ora gestendo principalmente questioni relative alle migliaia di cancellazioni e rimborsi ai clienti.
Intanto, l’aeroporto Ben Gurion è in funzione ininterrottamente dallo scoppio della guerra: è aperto per i decolli e gli atterraggi e fornisce servizi a tutte le compagnie aeree – israeliane e internazionali – garantendo al contempo sicurezza e protezione. Dallo scoppio della guerra, Israir ha trasportato circa 50.000 passeggeri, ha lanciato voli di salvataggio da varie destinazioni per riportare a casa cittadini israeliani, riservisti e personale di sicurezza bloccati all’estero. Sui suoi voli giornalieri regolari per Eilat, Israir offre biglietti per gli sfollati a 69 NIS. Infine, la compagnia continua a volare verso alcune destinazioni come Larnaca, Atene, Baku, Tbilisi, Batumi e Varna, anche alla luce del fatto che le compagnie aeree straniere hanno sospeso i voli per Israele.