Olimpiadi Tokyo 2020,  si preparano i giochi ma senza turisti stranieri

Tokyo va avanti con l’organizzazione delle Olimpiadi ma rinuncia all’opportunità di ospitare gli spettatori dall’estero, e con essa l’abbandono dei principi del multiculturalismo e il rispetto delle diversità, l’essenza stessa dei Giochi. E’ il prezzo che il Paese asiatico si trova a pagare per via della perdurante incertezza generata dalla pandemia del coronavirus.
“È un peccato, ma visto l’attuale andamento delle infezioni del Covid, e le iniziative fin qui intraprese per evitare di mettere sotto sforzo il sistema sanitario è una decisione che non poteva essere evitata”, ha detto la presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto, al termine di  una riunione online a 5 con il numero uno del Comitato organizzatore (Cio), Thomas Bach, il referente delle Paralimpiadi, Andrew Parsons, la ministra dello Sport in rappresentanza del governo, Tamayo Marukawa, e la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike.
“Condividiamo la delusione degli appassionati sportivi di tutto il mondo, e ci rendiamo conto dell’enormità del sacrificio”, ha ribadito Bach, che dall’inizio della riesamina dei Giochi aveva precisato che la città organizzatrice avrebbe comunque avuto l’ultima parola sulla presenza o meno degli spettatori dall’estero.
Malgrado in Giappone il numero dei casi di coronavirus sia di gran lunga inferiore rispetto ai paesi occidentali, con circa 455.000 contagi, nell’ultimo anno la popolazione si è dimostrata sempre più scettica sulle capacità degli organizzatori di riuscire a contenere l’espansione del virus durante l’evento, che prevede l’arrivo di circa 15mila atleti da ogni parte del mondo. Circa 630mila biglietti già piazzati sui mercati esteri dovranno essere rimborsati, tra Olimpiadi e Paralimpiadi, una variabile che farà rivedere ulteriormente al ribasso le stime sugli introiti pari a 90 miliardi di yen (690 milioni di euro) dalla vendita dei tagliandi.
Gli organizzatori hanno annunciato anche che sarà ridimensionato anche il numero dei volontari selezionati dall’estero, circa il 10% degli 80.000 scelti per il supporto logistico ai Giochi. Una soluzione inevitabile nel suo complesso, dicono gli analisti, che correrà il rischio di trasformare le Olimpiadi di Tokyo prevalentemente in un enorme contenitore televisivo, svuotato da quell’aura di rilancio e del simbolo del trionfo del progresso dell’uomo sulla pandemia, che forse un po’ incautamente intendeva rivendicare.

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