Bit, visitatori in calo dell’11% ma crescono incontri d’affari

Rinnovata quasi la metà della rappresentanza dei 500 buyer che hanno incontrato 2 mila seller

Calano dell'11% i visitatori della Bit di Milano ma aumentano del 38% gli appuntamenti d'affari organizzati per fare incontrare la domanda internazionale e l'offerta dei territori italiani, testimonianza dell'appeal crescente del Paese come meta turistica: è un bilancio a due facce quello della 32/a edizione della borsa milanese che ritornerà al quartiere fieramilano a Rho dal 14 al 17 febbraio 2013.
Al salone, che ha chiuso domenica 19 febbraio a Fieramilano dopo quattro giorni di manifestazione, sono stati 89.800 i visitatori, di cui 54.600 operatori professionali e il resto pubblico generico, mentre gli incontri d'affari dedicati alla promozione delle destinazioni turistiche italiane hanno superato quota 18 mila, contro i 13 mila dell'edizione precedente.
Gli organizzatori, d'altra parte, stanno cercando di fare evolvere sempre di più la rassegna verso una dimensione rivolta al business. "Nel contesto economico attuale, la Bit è attenta ad ascoltare le esigenze di un mercato in evoluzione", spiega Marco Serioli, direttore delle manifestazioni di Fiera Milano.  
Quest'anno erano new entry ben il 43% dei 500 Top Buyer internazionali che hanno incontrato 2.000 seller italiani. In particolare, hanno mostrato un forte interesse nell'acquisto del prodotto Italia i buyer provenienti da Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia. Buoni i risultati anche per Bit BuyClub, il workshop del turismo associativo, in cui le new entry tra i Top Buyer italiani e internazionali sono state il 77%. Quanto alle tipologie di vacanza, continua il successo dell'Italia come meta enogastronomica e per i viaggi di nozze. E crescono i viaggi alla scoperta della musica italiana, specie classica e opera, di parchi e giardini, piccoli borghi, moda e design.
Alla cerimonia di inaugurazione della Bit, c'era anche il ministro del Turismo Piero Gnudi. "Il turismo – ha commentato – diventerà la prima industria mondiale, continua a crescere e in questo contesto è realistico l'obiettivo di far crescere il contributo del turismo al Pil italiano dal 13% attuale fino al 18-20%, dando lavoro a un milione e 600 mila persone, ma dobbiamo lavorare sulla formazione e su una maggiore cultura dell'accoglienza". E a conclusione del suo intervento aveva aggiunto: "…il proliferare di fiere locali sul turismo danneggia il sistema paese". Una strana affermazione fatta dall'esponente di un Governo sostenitore delle liberalizzazioni quale strumento di concorrenza per far crescere il libero mercato.

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