Aiutate dalle compagnie low cost e appesantite dall'imminente Imu, le 20.700 aziende agrituristiche italiane hanno chiuso il 2011 con una domanda in crescita del 9% e un giro d'affari a +8,8% rispetto all'anno precedente. Ma il 2012 si prevede difficile, con un calo delle presenze del 4% e un volume d'affari complessivo in flessione del 5% (-9% per singola azienda). Sono le cifre illustrate da Agriturist (Confagricoltura), che a Roma ha presentato la Guida 2012, giunta alla 37/ma edizione.
E se nel 2011, dopo un 2010 disastroso, la domanda di agriturismo ha conosciuto un boom di 9 punti percentuali (a fronte di un settore turistico nel suo complesso praticamente fermo), nel 2012 Agriturist prevede invece una flessione del 4%, soprattutto a causa della continua emorragia degli italiani, con il portafoglio sempre più alleggerito. Per fortuna sono in aumento i turisti stranieri, "trasportati in Italia soprattutto dalle compagnie low cost", evidenzia la presidente Agriturist, Vittoria Brancaccio.
Sempre più breve però la durata del soggiorno, poco più di 4 giorni in media (ma a Pasqua molte struttura hanno avuto prenotazioni di una sola notte); il costo medio del pernottamento a persona é tra 30 e 40 euro. Saldamente al primo posto tra le regioni per numero di agriturismi è la Toscana (con oltre 4mila aziende), insegue il Trentino (3.340), ma le crescite più significative sono state messe a segno nel 2010 da Puglia (+26,6%), Calabria (+21,6%), Lazio (18,2%), Umbria (13), Emilia Romagna (12,5%).