Nell’anno dell’emergenza Covid in Italia le strutture ricettive extralberghiere hanno tenuto meglio degli hotel: è quanto afferma l’osservatorio Otex, sulla base di dati Istat. Da gennaio a settembre 2020, le presenze negli alberghi sono il 46% di quelle rilevate nel 2019, contro il 54,4% dell’extralberghiero. In termini di presenze domestiche, l’extralberghiero ha accusato un -4,8% in agosto ma un +4,5% in settembre, mentre gli alberghi hanno avuto risultati peggiori (-8,1% agosto, -13,9% settembre).
“Il 2020 ha avuto risultati incoraggianti – spiega Marco Nicosia di Otex – per le destinazioni vicine e poco frequentate, ma con una buona attrattiva: per esempio quest’estate ha registrato risultati veramente positivi la campagna toscana, che è una realtà battuta molto dai turisti extraeuropei, ma quest’estate ha avuto un incremento di presenze malgrado l’assenza degli stranieri, perché gli italiani l’hanno riscoperta”.
A favore delle sistemazioni extralberghiere, sostiene Otex, c’è anche il desiderio di una vacanza “open air”, in agriturismi o campeggi, per timore di contrarre il Covid nei luoghi chiusi. E infine, per lo stesso motivo, la preferenza dei viaggiatori per una maggiore privacy, negli appartamenti affittati col meccanismo della locazione breve, rispetto agli spazi comuni tipici degli alberghi.
“Il futuro – afferma Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia – è del comparto extralberghiero: ed è giusto valorizzarlo, per arrivare preparati alla ripartenza dei grandi flussi una volta finita l’emergenza sanitaria”.