Imu sui fabbricati rurali, Agriturist: settore in ginocchio

Migliaia di costruzioni, che potrebbero essere restaurate per l’ospitalità, saranno abbattute

"Abbiamo faticosamente investito e lavorato per dare un'opportunità di reddito alle nostre aziende, ma anche per affermare una cultura del recupero edilizio che salvasse e valorizzasse il prezioso patrimonio paesaggistico del nostro Paese. Il peso esagerato dell'imu sui fabbricati rurali manderà tutto in fumo". Si sfoga così Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist (Confagricoltura), di fronte all'incerto decorso della trattativa col governo per un ridimensionamento dell'imu agricola.
Agriturist stima infatti che le 20 mila aziende agrituristiche italiane, solo per le strutture destinate all'ospitalità, spenderanno di imu circa 24 milioni di euro e altrettanti andranno ai professionisti che dovranno effettuare l'accatastamento. Su un fatturato di settore stimato in 1.150 milioni di euro, e un utile d'impresa di circa 280 milioni, si tratta di un taglio del reddito di circa il 17%.
Così, in molti casi, di fronte al peso esorbitante dell'imu, si pensa all'abbattimento degli edifici fatiscenti che saranno gravati dall'imposta anche se non producono alcun reddito. Le prospettive di recupero di questo patrimonio paesaggistico, aperte dall'opzione agrituristica, si allontanano e conseguentemente il turismo perderà irreversibilmente delle concrete opportunità di sviluppo. Ci sono poi le imprese a rischio chiusura. Secondo Agriturist sarebbero circa il 5%. Dietro l'angolo ci sono i grandi capitali, in alcuni casi di dubbia provenienza, pronti ad investire con fini speculativi. Di questo, e non solo, si parlerà nell'incontro convocato per domani, martedì 20 marzo, dalla presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, che si terrà a Roma, Palazzo della Valle (Confagricoltura), alle 12.

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