Nel 2022 le aziende agrituristiche attive sono 25.849 (+1,8% rispetto al 2021); la crescita maggiore si verifica nel Nord-Ovest (+2,7%) e nel Nord-Est (+2,4%). Lo rileva il report Istat su “Le aziende agrituristiche in Italia Anno 2022” stimando a 1,5 miliardi di euro il valore corrente della produzione agrituristica. In crescita del 73% gli agrituristi stranieri rispetto al 2021.
Lungo la penisola sono pari al 64% i Comuni “agrituristici”. Dal 2004, il loro numero cresce in media del 2,2% l’anno e nel Nord-Ovest addirittura del 4%. Le aziende sono in crescita omogena in tutte le macroaree rispetto al 2021 (+32,5% Nord-Est, +30,5% Nord-Ovest, +30,5% Mezzogiorno, +28,4% Centro. In Toscana, precisa ancora l’istituto di statistica, il tasso di attivazione (nuove aziende autorizzate/totale aziende) più alto (30%), in Sicilia il tasso di cessazione più basso (10%). In leggero aumento (+0,7% rispetto al 2021) la presenza delle donne imprenditrici, che sono più di un terzo di tutti i conduttori e si consolidano al Sud. Pari a +4,1% il tasso medio anno di crescita degli agriturismo con fattorie didattiche guidate da donne.
Nel 2022, precisa l’Istituto di statistica, gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i quattro milioni, registrando quindi un forte recupero non solo rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%), l’anno pre-pandemia. Dal confronto con l’anno precedente gli agrituristi italiani aumentano dell’11,5% e quelli stranieri oltre il 73%. Il 3,4% dei turisti sceglie l'”agriturismo” per trascorrere le vacanze, ma va tenuto. presente che le strutture con alloggio sono poco più del 9,5% del totale delle strutture ricettive. Complessivamente le aziende agrituristiche del Centro e del Nord-Est ospitano il 73% degli agrituristi (rispettivamente il 40,3% e il 32,9%).
Tra le regioni si conferma la forza attrattiva della Toscana (28,8%) e del Trentino-Alto Adige/Südtirol (16,9%) con la forte incidenza sul totale nazionale della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (13,5%). Per tutte le altre regioni la quota di agrituristi è inferiore del 10% e variano tra 9,5% del Veneto e 0,3% della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste. Rispetto al 2021 crescono gli arrivi in tutte le cinque macroaree geografiche. In particolare, sono le Isole, con il 44,5%, a registrare la variazione più alta. Segue il Nord-Est (+41%) il Nord-Ovest (+33,3%), il Centro (+32%) e il Sud (+25%). Sempre rispetto allo scorso anno l’aumento maggiore di stranieri si registra nelle Isole (+45,4%), mentre nel Nord-Est aumentano gli agrituristi italiani (+22%). Il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è 11 a 10 (era di 17 a 10 lo scorso anno). A livello regionale questo indice segnala una forte prevalenza degli italiani in Molise (6,6), Basilicata (4,2) e Abruzzo (4). Al contrario, gli stranieri prevalgono nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (0,6), in Toscana (0,8) e nella Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (0,9). La durata media della permanenza nelle strutture in generale è 3,8 giorni, per gli stranieri 4,6 e per gli italiani 3,1 giorni.