Guide turistiche, le perplessità di Unionturismo sulla revisione della legge

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Unionturismo in merito alla revisione della legge sulle guide turistiche.
“Nell’incontro del dicembre scorso con il ministro Garavaglia, Unionturismo, attraverso il segretario Vincenzo Ceniti e il consigliere Barbara Cacciolari, fece osservare, in merito alla revisione della legge sulle guide turistiche, che la dimensione a livello nazionale della loro attività non era e non è percorribile. La guida turistica è l’espressione della cultura locale che rappresenta gli umori del territorio nelle sue varie articolazioni: storia, arte, monumenti, tradizioni, folclore, emozioni, esperienze, cucina, produzioni tipiche, feste, riti religiosi, costumi, usanze, dialetto e molto altro ancora. E’ talmente evidente che onestamente si fa fatica a comprendere le ragioni di chi sostiene il
contrario.Eppure non è così semplice.
Lo stesso Bolkestein, autore della famigerata direttiva europea (2006/123/CE) che prefigurava la guida a carattere nazionale (dimostrando preoccupanti carenze di fondamentali), s’accorse della confusione che aveva fatto tra guida turistica e accompagnatore turistico: la prima una professione, il secondo un espletamento di servizi. Fatto sta che gli “esperti” di Governo di quegli anni non seppero o non vollero chiarire l’errore varando disposizioni equivoche che convalidarono l’irrazionale principio della territorialità a carattere nazionale. In pratica una guida abilitata a Cuneo poteva e può oggi legittimamente esercitare la propria attività a Venezia, Firenze o Roma. Una vera aberrazione, Ma c’è ancora tempo per riparare come sostiene il presidente Confapi Turismo Calabria Giordano Di Giovanni autore di una nota molto esplicita.
“Questo nuovo testo di legge sulla professione di guida turistica – scrive Di Giovanni – pare voler affermare un modello di guida turistica dalla competenza generale, estesa a un territorio e a un patrimonio culturale immenso, come lo è quello italiano. Ci si domanda: chi vuole tutto ciò? Non sarebbe stato meglio una competenza su scala regionale senza snaturare la qualità della professione stessa? Ciò, probabilmente, tutelerebbe i fruitori dei servizi turistici che avrebbero, sicuramente, un’illustrazione del patrimonio italiano corretto, soprattutto, approfondito e particolareggiato come solo una guida turistica può e sa fare. Ci rimane, dunque, l’augurio di veder emendata la legge nel modo migliore possibile”. Ed è anche il nostro augurio.

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