Orio al Serio, Balotta: tanti passeggeri e merci ma lontane sostenibilità e autonomia

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Dario Balotta, presidente Onlit.
“La festa con gli occhi bendati che si è tenuta per i 50 anni dell’aeroporto di Orio al Serio dimostra la poca lungimiranza della classe politica italiana e locale e l’insensibilità totale verso i problemi ambientali. Messi sotto i riflettori solo i benefici e nascosti i costi. Lo scalo, posizionato in un catino circondato da centri abitati, per raggiungere la terza posizione per traffico passeggeri e la seconda per le merci sta pagando un alto prezzo sia per il rumore che per l’inquinamento atmosferico generato ed è l’unico in Italia ad essere aperto giorno e notte con questi volumi di traffico. I gestori pubblici-privati sono chiusi ad ogni confronto con la popolazione sulla sostenibilità ambientale. Lo scalo però è completamente in mano al vettore irlandese Ryanair che da solo gestisce oltre l’85 % del traffico passeggeri. Praticamente un unico cliente che priva di autonomia i gestori dello scalo. Inoltre per operare sull’aeroporto orobico Ryanair riesce a scucire oltre 50 milioni annui di contributi mascherati da co-marketing.Inoltre resta inapplicata la normativa europea che prevede sopra i 2 milioni di passeggeri la presenza di due handler per assicurare la concorrenza sullo scalo e i livelli occupazionali sono inferiori rispetto ai volumi di traffico svolti e i salari sotto la media del settore.

Con una media di 240 voli al giorno (che bruciano 70 tonnellate al giorno di kerosene sul cielo di Bergamo), 120mila vetture che sfrecciano sull’A4, 30 mila auto che raggiungono l’aeroporto e 15mila l’ Orio Center rendono Orio al Serio lo scalo più stressato del nord Italia. A pochi km di distanza viene lasciato vuoto lo scalo di Montichiari, anche questa è la programmazione pubblica”.

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