giovedì, 14 Novembre 2024

G7 turismo parte dal Made in Italy con il side event

Il primo G7 del turismo ospitato a Firenze, subito dopo il Forum internazionale dedicato al settore, parte dall’Italia, dalle eccellenze del Paese, dal Made in Italy, dai big delle maggiori imprese turistiche italiane.

Del resto, come chiarisce in apertura del side event introduttivo “Innovation, inspiration and sustainability. Visions for the future of tourism”, la ministra Daniela Santanchè, “siamo orgogliosi di essere italiani perché io credo che in questo campo abbiamo la nazione migliore nel mondo e un modello che ha sicuramente funzionato. Per una volta sarebbe bene che ci copiassero gli altri”.

Tifa per l’Italia anche Flavio Briatore: “In Italia siamo bravissimi in tutto, ma non siamo bravi a vendere il nostro paese” mentre Alberto Galassi, amministratore delegato del Gruppo Ferretti, dice con orgoglio: “Non siamo perfetti certo ma siamo ‘condannati’ alla bellezza”.

E Arrigo Cipriani: “Noi italiani dobbiamo essere, invece, noi stessi, sempre: come ben sappiamo, siamo un popolo di poeti, scrittori e artisti unici al mondo, che tutti ammirano”.

Alla ministra viene chiesto anche se c’è una guerra sottotraccia con altri Paesi europei come Francia a Spagna per intercettare turisti dall’America e da Paesi in via di sviluppo. “Di guerre non parlerei – risponde pronta – abbiamo in alcuni casi modelli un po’ diversi ma sono mesi che stiamo lavorando a un documento che firmeremo venerdì e devo dire che abbiamo trovato un accordo di visione sulle azioni principali da fare con i Paesi del G7 sul turismo”.

A fare il punto sull’enorme valore del settore è Julia Simpson, presidente e ceo del World Travel & Tourism Council: “Quest’anno il turismo varrà 11 mila miliardi di dollari a livello globale, impiegheremo 348 milioni di persone che è una cifra superiore alla popolazione degli Stati Uniti, e cresceremo circa il doppio del Pil. Di questi 11mila miliardi di dollari 3.000 miliardi rappresentano le tasse che tutti gli imprenditori presenti in questa sala pagano ai governi a livello globale, il che significa che possiamo costruire scuole, strade, ospedali grazie al turismo itinerante”.

La prima giornata si svolge con una serie di panel in cui si confrontano i big del settore. Tanti i temi sul tavolo, dall’intelligenza artificiale alla tassa di soggiorno (Santanchè la vorrebbe “proporzionale” ed “estesa a più comuni perché l’Italia è tutta turistica”), dal Made in Italy (di cui Matteo Zoppas, presidente Agenzia Ice, quantifica il valore in 626 miliardi di euro) alla formazione del personale.

“Ogni euro investito in intelligenza artificiale – dice Santanchè – nell’ambito turistico dei Paesi G7 genera un ritorno potenziale di 3 euro. Nel mondo si sono già investiti 130 miliardi di euro a livello globale, in Italia siamo a un impatto stimato di oltre 6 miliardi di dollari da cui scaturirebbero circa 2 miliardi in effetti annuali di incremento di produttività e può fare crescere l’impatto della spesa turistica fino al 10% entro il 2030, nonché una riduzione dei costi operativi nelle imprese turistiche fino al 20%”.

Se si parla di turismo e oltrettutto si sta nel centro storico di Firenze non si può non parlare di overtourism: “Il tema – spiega Bernabò Bocca, nelle due vesti di presidente di Sina Hotels e di Federalberghi – non è quello di diminuire il numero di turisti che vengono nel nostro paese, è quello di distribuirlo meglio: la sfida che noi abbiamo davanti è la destagionalizzazione, cioè spalmare sui 12 mesi dell’anno il turismo internazionale per non farlo gravare nelle nostre città solamente in 4-5 mesi, rendendo in questa maniera le nostre città invivibili”.

“Siamo la vera soluzione all’overtourism, ma molto spesso veniamo accusati esattamente del contrario”, interviene Gianni Onorato, amministratore delegato di Msc Cruises. “Quando arriviamo con una nave con 6.000 ospiti li guidiamo noi, decidiamo noi a che ora devono scendere, decidiamo noi dove devono andare, e loro sono ben contenti di essere guidati, perché a loro interessa visitare la destinazione, capire meglio come vivere quelle ore in quella destinazione. Quando vengono con noi la prima volta, nel 50% dei casi ritornano per una vacanza più lunga in quella stessa destinazione. Utilizzando l’IA in collaborazione con gli enti locali noi potremmo arrivare a definire esattamente gli orari e i percorsi”.

Anche secondo Mario Zanetti, amministratore delegato di Costa Crociere, “i nostri sono flussi facilmente prevedibili e pianificabili – ha detto, parlando ai cronisti a margine dell’evento – per cui l’opportunità è quella di lavorare insieme, costruire tavoli insieme a tutti i soggetti coinvolti per costruire valore”.

Pure Andrea Bocelli dice la sua: “Io sono molto felice quando incontro persone che vengono da tutto il mondo e vivono con rispetto e amore il nostro Paese, non mi fa paura questo”.

Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour World, non nasconde la sua preoccupazione sul fronte del lavoro. “Siamo constantemente alla ricerca di personale, dopo il Covid i lavoratori che hanno dovuto trovare altri lavori non sono tornati nell’hospitality. Del resto senza una manodopera qualificata che trasmetta professionalità, passione, simpatia, noi possiamo avere tutte le bellezze del mondo, ma dopo un po’ c’è troppa concorrenza…”.

“Le persone meno pagate nelle nostre imprese – spiega Rocco Forte, presidente di Rocco Forte Hotels – sono quelle che poi alla fine sono più a contatto con il cliente e gli trasmettono la filosofia e la cultura dell’azienda. Ed è molto importante curarli. La ministra ad esempio ha creato questa nuova legge sulle detassazione sulle mance che aggiunge 7-8mila euro l’anno al loro stipendio e ci è stata molto utile”.

Sul trasporto aereo l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone, sostiene che “maggiori investimenti sulle infrastrutture aeroportuali d’eccellenza – sull’espansione della capacità dove opportuno e sui collegamenti intermodali per assicurarne la massima fruibilità – assumono rilevanza strategica e ormai urgente per l’attrazione di nuovi flussi a livello internazionale. Il Giubileo può accelerare questo processo, ma bisogna muoversi celermente per evitare di essere sorpassati da altri hub, tra i tanti Istanbul, che si pongono un obiettivo analogo e che stanno investendo da anni per raggiungerlo”. Troncone spiega quindi che “l’aeroporto di Fiumicino, che sarà impattato positivamente anche dal closing dell’operazione Ita Airways-Lufthansa, è pronto a dare ancor più il proprio contributo strategico al servizio del Paese”.

Dal canto suo, Antonino Turicchi, presidente di Ita Airways, sottolinea che “abbiamo cinquemila dipendenti, 100 aerei, 55 destinazioni, 15 intercontinentali, 24 internazionali, 15 domestiche, quindi è un’azienda che è cresciuta anno dopo anno e, altra cosa importante, questa crescita non ha sacrificato la capacità di essere profittevole. Questa azienda che ha avuto bisogno dei soldi degli italiani per nascere ora, effettivamente, è profittevole. L’anno scorso, dopo un anno, abbiamo raggiunto il profitto a livello operativo, quest’anno chiuderemo con 3 miliardi di fatturato e quindi faremo auspicabilmente Ebit positivo. Adesso stiamo aspettando che l’Europa approvi i contratti che sono stati inviati, e poi una volta approvati ci saranno gli aspetti societari per dare seguito all’accordo con Lufthansa”.

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