Con una crescita del PIL al 6,9% nel 2017 (superiore rispetto all’anno precedente e al target prefissato), la Cina è un mercato in continua espansione e sempre più interessante per le imprese italiane. Decidere di puntarvi non basta, bisogna saperlo fare. Con una popolazione di quasi un miliardo e mezzo, la Cina è grande come l’Europa e presenta diverse differenze negli schemi e nelle abitudini di acquisto dei consumatori.
Ma quali sono i gusti dei consumatori cinesi? Quanto conta la cultura nella scelta di un prodotto? Per rispondere a questi e altri interrogativi East Media e Fondazione Italia Cina hanno organizzato il seminario “La Cina e il boom dei consumi. Tra strategie digital e cross-cultural”. L’evento, in collaborazione con Global Blue, società leader nei servizi di Tax Free Shopping, e WalkTheChat e con il patrocinio della Camera di Commercio Italo Cinese si è tenuto presso la Fondazione Stelline.
“Negli ultimi dieci anni, il mercato italiano ed europeo del Tax Free Shopping ha visto i turisti cinesi crescere e consolidare la propria leadership come prima nazionalità sia in Italia che in Europa – ha detto Antonella Bertossi, Partner Relationship e Marketing Manager di Global Blue Italia -. Una tendenza positiva che viene confermata anche dai dati registrati nella nostra Lounge di Milano. Nel 2017 sono stati oltre 8.600 i viaggiatori cinesi accolti, in crescita del 79% rispetto al 2016, anno in cui sono stati circa 4.800. Tale nazionalità non ha fatto evidenziare invece variazioni in termini di scontrino medio, che è rimasto sostanzialmente invariato: 1.823 euro nel 2017 rispetto ai 1.829 euro del 2016”.
Emanuele Vitali, marketing manager e co-fondatore di East Media, ha chiuso l’evento fornendo uno sguardo d’insieme su quelle che devono essere le strategie di marketing delle imprese italiane che vogliono operare in Cina: digitali e cross-culturali. “Per avere successo in Cina occorre investire in un’analisi costante del mercato e dei macro trend: con una crescita della classe media che nel 2022 raggiungerà i 250 milioni, la Cina è un mercato sempre più interessante ma complesso”, ha spiegato Vitali. “Il modo migliore per raggiungere il target cinese è via web – ha continuato – i 751 milioni di utenti internet parlano chiaro: la Cina è ormai una realtà digitalizzata. Il consumatore è abituato a cercare online informazioni e anche ad acquistare, come dimostrano i numeri del Single Day di Alibaba: circa 22 miliardi di euro di fatturato in un solo giorno (in Italia in un anno si fattura 23,6 miliardi di euro)”.
In sintesi, per conquistare il target cinese sono sei le risorse che non devono mancare secondo Vitali: il sito in lingua cinese, il posizionamento su Baidu, la presenza sugli e-commerce e i social media locali (WeChat e Weibo), la collaborazione con gli influencer e la creazione di contenuti cross culturali.