Vola costo carburante, il turismo teme impennata prezzo biglietti aerei

Non solo Fiavet e Federturismo, le cui presidenti Marina Lalli e Ivana Jelinic si cono confrontate a Largo Chigi – Vista sulla Politica dagli Utopia Studios (vedi news). Tutto il mondo del turismo trema per le sorti del turismo che potrebbe subire pesanti danni per effetto della tragedia ucraina. Ancora non è possibile quantificare disdette, cancellazioni e perdite economiche, ma l’effetto ci sarà. A cominciare innanzitutto dal blocco dei turisti che provengono dalla Russia (1,7 milioni l’anno con 5,8 milioni di presenze nel 2019) e dall’Ucraina, dalle zone confinanti (alle prese con la difficile gestione dei profughi) ma anche da tutto il resto del mondo stanco e spaventato.

“Il prolungamento della guerra in Ucraina, oltreché in termini di perdita di vite umane – dice all’ANSA il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina – potrebbe avere un impatto molto pesante sull’economia italiana ed in particolare sul comparto turistico, tra i settori già più duramente colpiti da due anni di pandemia. Gli effetti, in termini di presenze, sulla primavera e la Pasqua già si fanno sentire, con un calo del turismo straniero, in particolare russo, ucraino ma anche statunitense. Un calo che arriva proprio quando si sperava una ripresa dopo mesi di sostanziale azzeramento dei flussi turistici”.

Più ottimista ma comunque molto preoccupato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “Quello che vediamo al momento è un rischio, non abbiamo ancora per fortuna né blocchi di prenotazioni né cancellazioni a raffica. E davvero speriamo che non arrivino perché usciamo da due anni davvero terribili. I confronti – dice all’ANSA – vanno fatti sul 2019. Se quest’anno facessimo i numeri del 2020 e del 2021 sarebbe una grande sconfitta e darebbe il colpo di grazia a tante imprese. L’anno scorso abbiamo viaggiato ancora a -40% sul pre Covid”. Bocca spiega come il turismo russo non vada calcolato come numero di presenze ma come fatturato: “Uno di loro vale ben più di 3-4 turisti normali… Spendono molto, vanno nei ristoranti, fanno spese costose, frequentano i locali, prendono gli Ncc. Insomma big spender e quelli che non verranno quest’anno creeranno un danno importante come anche quelli che non sono venuti negli ultimi due anni poiché il loro vaccino (Sputnik) non era riconosciuto”.

“Tra Covid, paura per la sicurezza e costi effettivi rischiamo un turismo sempre più “autocentrico” e cioè ognuno resta nel proprio Paese… E per l’Italia che attira da sempre tantissimo stranieri questo sarà sempre più un problema” dice Alberto Corti di Confturismo Confcommercio. “Il Jet Fuel oggi – precisa – costa 1.120 dollari per tonnellata metrica, un costo che è il 30% in più di una settimana fa e il 90% di un anno fa. Per ritrovare un costo così alto bisogna risalire alla crisi del 2012. Questo vuol dire che volare con un costo del carburante così alto fa lievitare i costi dei pacchetti di viaggio e scoraggia i turisti, specialmente quelli che devono fare molte ore di volo per raggiungerci. Non lo vediamo ancora adesso perché le compagnie hanno dei contratti copertura, ma quando tra 1-2 mesi questa copertura scadrà lo vedremo bene e subiremo l’effetto di questo costo eccessivo dei voli. Ricordiamo che il volo incide fino al 35% sul costo del pacchetto viaggio dall’estero”.

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