Il messaggio è chiaro: “Fermare i licenziamenti e attivare un’area di crisi del trasporto aereo”. È la richiesta che i sindacati Ap, Cobas Lp e Usb Lp rivolgono al Governo nazionale all’indomani della bocciatura in Parlamento dell’emendamento che avrebbe esteso gli ammortizzatori per i lavoratori di Air Italy, salvando il reddito dei 1.322 dipendenti dell’ex Meridiana che dall’1 gennaio 2022 saranno licenziati e non avranno nemmeno il paracadute della cassa integrazione.
“Gli oltre 1300 lavoratori Air Italy non beneficeranno di alcun ammortizzatore sociale nel 2022, perdendo in un colpo solo lavoro, contributi, professionalità e prospettive. Questo mentre a tutte le altre realtà lavorative del comparto viene riconosciuto un aiuto concreto”, scrivono i segretari nazionali Emilio Baragatti (Ap), Domenico Teramo (Cobas Lp) e Francesco Staccioli (Usb Lp). “Un evento epocale per i numeri coinvolti, e per la profonda ingiustizia che ne deriva. Chiediamo con forza al governo che, in ossequio all’art.41 della Costituzione Italiana imponga il fermo dei licenziamenti e proceda alla costituzione di un’area di crisi relativamente al settore del trasporto aereo, un asset strategico che non può venir lasciato alla macelleria del libero mercato. Contestualmente rinnoviamo la proposta di un bacino dei lavoratori del settore, in cui vengano tutelati reddito e qualifiche professionali”.