Alitalia, il salvataggio arriva in zona cesarini

Nuovo consiglio d’amministrazione e pieni poteri a Cimoli, con l’ok dei Sindacati

Alitalia, salvata in extremis dal fallimento da un accordo fra governo e sindacato, punta al rilancio con un vertice rinnovato. Scongiurato un immediato
futuro nero per migliaia di lavoratori o nuovi blocchi dei voli che avrebbero avuto conseguenze letali per le casse dell’aviolinea e avrebbero portato scioperi selvaggi, il governo ha scelto Giancarlo Cimoli per cercare di traghettare l’azienda ai livelli delle grandi aviolinee europee. Il nuovo manager è stato cooptato nei ruoli di amministratore delegato e presidente, con tutte le deleghe, così azzerando gli attuali vertici Giuseppe Bonomi e Marco Zanichelli, che hanno dato le dimissioni. Il numero dei consiglieri nel board sarà ridotto. La chiave di volta è stato l’accordo fra governo e sindacati, che nel rush finale di tre giorni di una tormentata trattativa, sembra aver riportato la pace sociale nel comparto, anche se ”non esiste alcun impegno firmato o non firmato sulla pax sociale. Non ci saranno scioperi se non necessari”, sottolinea Fabrizio Solari, segretario generale della Filt Cgil.
L’accordo quindi serve innanzitutto ad ”affrontare la fase di emergenza – recita il primo punto dell’accordo – con soluzioni che garantiscano la continuità aziendale e quindi l’approvazione del bilancio 2003”. Gran parte del merito dello sblocco della soluzione, ha spiegato Fini, è stato del ministro
dell’Economia Giulio Tremonti ”senza la collaborazione del quale sarebbe stato difficile raggiungere un accordo”. Cimoli, il presidente e amministratore delegato delle Ferrovie di cui ha portato in attivo i bilanci per tre anni
consecutivi, atterra in Alitalia per tessere un piano industriale ”credibile – ha spiegato Tremonti – capace di raccogliere il consenso degli investitori e con i requisiti per lo sviluppo della società” anche se ”il nuovo piano non sarà
facile ma possibile”. Tremonti ha quindi assicurato che ”i contribuenti possono stare tranquilli perché non ci saranno aiuti di Stato, non saranno bruciati soldi pubblici”. Per il gruppo l’accordo prevede ”un nuovo
progetto industriale finalizzato alla crescita” sul modello ”delle compagnie europee di riferimento, compreso un coerente riassetto organizzativo e societario, con focalizzazione sul ‘core business’. Per Alitalia arriverà una ricapitalizzazione sul mercato e potrà avere un nuovo assetto proprietario, con la partecipazione di investitori privati. Ogni intervento, da ora, avverrà ”solo in termini di reale economicità e di piena compatibilità con le norme di legge interne e con le regole europee”. Raggiunto l’accordo ora inizia una corsa contro il tempo: oggi il cda di Alitalia ha infatti cooptato Cimoli assieme al responsabile dell’ufficio legale del Tesoro, Roberto Ulissi. Tutti i consiglieri del vecchio cda si sono quindi dimessi anche se rimarranno in carica
fino all’assemblea straordinaria del 17 giugno; fa eccezione Jean Cyril Spinetta, il numero uno di Air France che dovrà restare in consiglio grazie ai patti che legano le due società per l’incrocio azionario. Il nuovo vertice della compagnia dovrà ora approvare il bilancio 2003 in ‘continuità aziendale’
e varare quanto prima il nuovo piano industriale. ”Il Governo ha presentato un piano ed un’insieme di proposte al sindacato con una cura forte che è l’unica oggi possibile. Adesso confidiamo che il nuovo management sappia definire un piano altrettanto forte e rapido da portare Alitalia fuori dalla crisi”, ha commentato il ministro del Welfare Maroni. ”Per approntare il nuovo piano di Alitalia ci sarà tutto il tempo giusto per una discussione seria. Non giorni ma mesi”, ha detto tuttavia il leader della Cgil Guglielmo Epifani che, assieme agli altri segretari generali ha salutato positivamente l’arrivo del manager di Ferrovie. ”Credo che tra i nomi possibili sia uno dei migliori” ha aggiunto Epifani, sottolineando comunque che ”sarà giudicato dai fatti”. Cimoli, infatti, arriva con pieni poteri, con tutte le deleghe ma il sui mandato non è in bianco: dovrà iscriversi nella cornice indicata oggi dalle parti che prevede precisi obiettivi come quello dell’apertura ai privati ”attraverso un nuovo
assetto societario” e quello di puntare a far rimanere Alitalia tra i grandi carrier europei. Per il resto, sia governo sia sindacati non hanno chiarito quale sarà il percorso per raggiungere questi obiettivi, se nuovi vettori nazionali sono destinati ad entrare a far parte di questo piano di rilancio. La
compagnia Volare ha già smentito di essere interessata, così come l’imprenditore mantovano Roberto Colaninno mentre per le banche, l’ad di Banca Intesa Corrado Passera ha ricordato che gli istituti di credito ”non si tirano mai indietro quando ci sono un piano e un management credibili”.

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