Alitalia, il Tesoro invita a procedere senza il Governo

Zanichelli ha un’altra settimana per rimodulare il Piano

Il Tesoro chiede ad Alitalia un piano industriale che le consenta di sopravvivere anche in assenza di interventi da parte del governo. L’invito dell’azionista di maggioranza è arrivato ieri, alla vigilia del consiglio di amministrazione della società che avrebbe dovuto esaminare le linee guida del nuovo piano ‘rimodulato’ dal nuovo management e costruito proprio sul presupposto dei cosiddetti requisiti di sistema, e cioè di interventi del governo per fronteggiare la crisi del trasporto aereo. La cloche torna quindi nelle mani dell’ad Marco Zanichelli che a questo punto ha una settimana, in vista del nuovo cda convocato per il 27 aprile, per studiare misure capaci di ”garantire la sostenibilità del piano anche in assenza dei requisiti di sistema”. E integrare probabilmente il nuovo piano rimodulato, esaminato oggi, che punta ad un rilancio che passa per un’incremento dell’offerta a ritmi del 12% annuo ed un obiettivo di crescita dei ricavi del 30% da qui al 2006. Di fronte alle incertezze sulla sorte degli interventi e sulla loro entità, però, l’azionista-Tesoro ha inviato una lettera formale di invito ad attivare immediatamente ”ogni misura che il management ritenga necessaria e utile per garantire la continuità dell’attività d’impresa”: misure che dovranno essere ”sufficienti anche indipendentemente da interventi legislativi che, pur auspicabili, fuoriescono dalla disponibilità della società e non sono nel controllo dell’azionista”. Alla luce della comunicazione, il cda, ha quindi deciso di dare un nuovo mandato all’ad per valutare ”ancora una volta l’eventuale sussistenza di misure alternative”, per assumere ”le necessarie determinazioni”,
anche alla luce dei riflessi sul bilancio 2003. L’appuntamento, tra una settimana, resta comunque anche sulla ”praticabilità dei requisiti di sistema e sull’accordo sindacale” in vista di un possibile via libera all’ipotesi del nuovo piano esaminato. L’alternativa potrebbe passare per strade più drastiche: Alitalia non lo dice, ma sarebbe probabile in questo caso un inasprimento del numero degli esuberi. Per il resto tutte le altre misure percorribili, comprese quelle di aumento della produttività del lavoro, sono già parte del nuovo piano del management. Non a caso la reazione dei sindacati non si è fatta attendere, anche se le preoccupazioni manifestate dai rappresentanti dei dipendenti del Gruppo sono andate anche oltre. Il sospetto delle organizzazioni è che le dichiarazioni del Tesoro siano un modo per preannunciare che i cosiddetti requisiti non arriveranno e che, in assenza di misure in grado di aggiustare la difficile situazione finanziaria, non resti che la liquidazione. Quella del Tesoro è ”una sfida al mondo del lavoro” dice la Fit Cisl mentre la Filt Cgil, parla di una scelta che ”punta al fallimento”. Proprio per questo la Cgil, così come i piloti della Cisl, si dice pronta a firmare ”un accordo sulla produttività, con l’unico vincolo che sia impiegata nello sviluppo della compagnia. Anche il Sult
”esprime forte indignazione” per la lettera del Tesoro e dice di temere una stretta sull’ipotesi liquidazione mentre l’Ugl dice che il messaggio ”se non una sollecitazione rischia di essere un telegramma di condoglianze”. Una critica all’atteggiamento dei sindacati è intanto venuta
dal ministro del Welfare Maroni: non credo, ha detto già prima che si conoscessero gli esiti del cda, ”che la crisi Alitalia consenta a qualcuno di porre ultimatum”. Intanto continua, sullo sfondo, la polemica sul possibile no di Bruxelles ai requisiti di sistema. Il portavoce del commissario Ue Loyola De Palacio ha ribadito che ”al momento” le autorità italiane non hanno ancora comunicato alcun provvedimento ma ha ricordato che ”la Commissione, come ha sempre fatto’, vigilerà affinchè si applichino i trattati comunitari in assoluta giustizia ed equità ”. Il ministro Buttiglione, da parte sua, si è limitato ad escludere che possano essere previste ”misure di ricapitalizzazione con denaro pubblico”.

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