Alitalia, l’allarme esuberi si ripresenta all’orizzonte

Il dubbio lo insinua il ministro Bottiglione parlando di sacrifici necessari

Per Alitalia si riaffaccia l’allarme esuberi. A lanciarlo è il ministro delle politiche comunitarie, Rocco Buttiglione: ”ho grandissima stima per Cimoli, ma nessuno – ha detto – ha la bacchetta magica per risanare Alitalia senza grossi sacrifici anche occupazionali”. Il monito di Buttiglione arriva con largo anticipo rispetto alla presentazione del piano industriale, atteso per fine
luglio, ed in attesa della firma dell’accordo estivo per i piloti che dovrebbe sancire la pax estiva con il personale navigante, dopo la firma di un’analoga intesa con gli assistenti di volo. Ieri sono anche tornati ad occuparsi di Alitalia i leader sindacali. Il segretario della Cgil ha salutato il via libera al prestito ponte come ”un passaggio fondamentale per evitare il tracollo” della compagnia. ”Adesso si tratta di affrontare delle scelte di politica industriale e di rilancio che devono consentire di uscire dall’ emergenza” ha proseguito Epifani aggiungendo però che se questo non dovesse avvenire, ”il piano di ristrutturazione sarà ovviamente molto pesante e questo vuol dire anche lavoratori in meno”. ”Per questo noi insistiamo a dire che ci vuole un piano di rilancio perché solo così si più governare il problema dei costi” ha quindi sostenuto. Anche il leader della Cisl ha oggi sottolineato che il prestito ponte è un buon segnale ma che da solo non può bastare: ”quello che serve adesso è il piano di riorganizzazione. Serve capire bene dove e come si intende operare per rilanciare l’Alitalia e attraverso quali alleanze a livello internazionale si posiziona la nostra compagnia di bandiera. Credo – ha detto –
che adesso sia il momento di cominciare a discutere le questioni di fondo”.
Si smorza intanto la polemica sollevata dalla Lega Nord sul decreto per il prestito ponte. ”La tesi dei ministri favorevoli alla garanzia sul prestito ponte per Alitalia è che questo prestito è necessario per consentire all’ azienda di formulare il piano industriale nei tempi necessari, che penso siano brevi. La Lega avrebbe preferito che ci fosse già il piano industriale insieme al prestito ponte. Questo non è potuto accadere perché il piano industriale non è ancora pronto ” ha spiegato oggi il ministro delle attività produttive, Antonio Marzano. ”D’altronde – ha aggiunto – questo è un decreto che sarà
convertito in legge nell’arco di 60 giorni e credo che il piano industriale al quel punto ci sarà e che sarà tutto chiarito”. Anche Buttiglione oggi è tornato a parlare del no della Lega: ”può capitare anche alla Lega di sbagliare: è inesatto dire che non si è dato a Zanichelli ciò che si è dato a Cimoli, perché Zanichelli non lo chiese e non ne aveva bisogno. E’ esatto invece se la Lega dice che il piano industriale di Cimoli non sarà molto diverso da quello presentato da Zanichelli”.

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