Alitalia, Storace apprezza il Piano dei Sindacati

Il Governatore del Lazio invita il Governo a rifletterci

Le proposte, presentate al tavolo governativo sulla vertenza Alitalia, richiedono ”una attenta riflessione del Governo perché rappresentano integrazioni che, riducendo la spesa complessiva del piano, attribuiscono al vettore nazionale condizioni di sviluppo, necessario per la competizione e la penetrazione nel mercato”. Lo scrive il presidente della Regione Lazio Francesco Storace in una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in cui sottolinea, al contrario, il peso del costo del piano aziendale sulla collettività e sullo Stato. Lunedì scorso, ricorda Storace, Regione Lazio ed enti locali, interessati al piano industriale Alitalia 2004-2006, hanno incontrato le parti sindacali. ”Nel corso dell’incontro – scrive il governatore del Lazio – sono state espresse osservazioni sul piano industriale Alitalia 2004-2006 ed illustrate le proposte già presentate al tavolo governativo, istituito a seguito degli accordi sottoscritti presso la Presidenza del Consiglio in data 29 dicembre 2003”. Tra le proposte, Storace sostiene in particolare che ”il piano Alitalia si prefigge una riduzione di costi di circa 530 milioni di euro, di cui il 10% ottenuto sia con la riduzione del personale, sia con il trasferimento di attività ora svolte dal vettore”. Premesso che, scrive Storace al premier, ”solo questo 10%, cioè circa 53 milioni di euro costituisce un dato certo, mentre il rimanente 90% richiede interventi correttivi del Governo per trasferirne l’entità allo Stato e ad altri enti operanti nel trasporto aereo, mi chiedo se il beneficio sia confrontabile con il costo in termini sociali, senza considerare i danni operativi che potrebbero ricadere sul vettore a seguito delle tensioni che hanno già determinato conseguenze pesanti sulla mobilità e sull’economia del vettore stesso”. Da una prima analisi, suggerisce il presidente della Regione Lazio, che ”gli organi ministeriali potrebbero approfondire, un’equivalente, se non maggiore, economia potrebbe ottenersi intervenendo sulle spese correnti del vettore, senza toccare ovviamente quelle relative alla sicurezza del volo, se si considera, ad esempio, che in passato l’Alitalia ha sostenuto spese di miliardi delle vecchie lire per affidare consulenze ad analisti stranieri ed ancora oggi sostiene ingenti spese per lo stesso fine, penalizzando la produttività al suo interno”. Su questo stesso aspetto, aggiunge il presidente della Regione Lazio, ”non è stato mai chiarito se gli incarichi affidati all’esterno per varie centinaia di milioni di lire, di cui la stampa nazionale dette notizia 2 anni fa, sono stati revocati con sensibile contenimento dei costi”. Alla riduzione delle spese interne, aggiunge Storace, potrebbe sommarsi ”l’aumento delle entrate proprie, se non
venissero trascurati mercati esistenti come quello charter,
florido in Italia sia in ingresso che in uscita, evitando così ai nostri cittadini di dover utilizzare vettori come quello recentemente coinvolto nel disastro di Sharm el Sheikh o il mercato merci, limitato in tutti gli aeroporti italiani a circa 700 mila tonnellate annue contro 1.650.000 tonnellate del solo aeroporto di Francoforte, evitando così alle nostre merci di dover attraversare le Alpi per raggiungere l’aeroporto europeo più vicino, con i conseguenti oneri gravanti sull’esportazione dei nostri prodotti”. Prima di decidere l’abbattimento dei livelli occupazionali per recuperare 53 milioni di euro, sintetizza e conclude il
governatore del Lazio, ”ti prego di far verificare se la
riduzione di costi interni comprimibili e la penetrazione del
vettore in settori strategici, sistematicamente ignorati,
producano effetti equivalenti o, addirittura, superiori”.

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