Anche l’Agriturismo sente aria di crisi

In calo il numero di aziende (-9,8%) e le presenze (-9%)

L’agriturismo, dopo il boom degli anni scorsi, sta attraversando una crisi di crescita. E’ arrivata una fase di assestamento per le 12.177 aziende attive,
circa 1.300 in meno (-9,8%) rispetto a quelle censite nel 2004 e le stesse presenze sono calate del 9%, passando da 2.200.000 a 2.000.000. Questo e’ quanto emerso ieri durante l’assemblea di Turismo Verde. L’associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori ha rimarcato come la ”stagnazione che ha segnato pesantemente l’economia italiana non abbia risparmiato nemmeno le imprese agrituristiche. Ciononostante, il settore mantiene un giro d’affari alto, pari a 800 milioni di euro, lasciando intravedere, dopo una decisa battuta d’arresto, prospettive per una pronta ripresa”. Durante l’assemblea,
alla quale hanno tra gli altri partecipato il presidente della Cia Giuseppe Politi e il presidente della commissione Agricoltura della Camera Giacomo De Ghislanzoni Cardoli, e’ stato rilevato che, ”dopo la forte crescita numerica degli anni ’90 oggi, pur in presenza di un numero di autorizzazioni all’esercizio dell’attivita’ agrituristica rilasciata dalle Regioni pari ad oltre 18.000 aziende, quelle effettivamente in attivita’ sono poco piu’ di 12.000 e che c’e’ stato un calo di 9.000 posti letto e di 100 aziende tra quelle con sola ristorazione”. In particolare, sono diminuite di 923 unita’ le aziende con solo alloggio mentre reggono le aziende con alloggio e ristorazione, tra le quali il calo e’ limitato a 300 esercizi. In aumento, invece, gli agriturismi con i cavalli (+11%), con colture biologiche (+16%) e sono 10.800 (+20%) le aziende agrituristiche che vendono direttamente i prodotti agricoli.”Tutto questo significa che, a fronte di nuovi imprenditori che vorrebbero intraprendere questa attivita’, la piu’ generale crisi dell’agricoltura e del turismo – commenta Turismo Verde – ha raggiunto anche l’agriturismo. I soggiorni in agriturismo, secondo le rilevazioni dell’associazione, tendono ad accorciarsi, privilegiando maggiormente i fine settimana, e periodi brevi. Per altro verso, l’ospite, sempre piu’ esigente, non si contenta di dormire e mangiare ma chiede di poter svolgere attivita’ fisica e di conoscere il territorio. Ed ecco che gli imprenditori piu’ sensibili, in molti casi giovani e
donne, si sono organizzati per dare risposte piu’ complete ad una domanda di turismo piu’ sofisticata che, inizialmente appannaggio degli ospiti stranieri, sta sempre piu’ caratterizzando anche la richiesta dei cittadini italiani”.
Per Turismo Verde quello attuale e’, dunque, un momento di ”difficolta’ nella naturale crescita del settore, che, tuttavia, dischiude grandi opportunita’ che dovrebbero pero’ devono esser governate da nuove regole, e anche con l’adozione
di codici di autoregolamentazione, per far emergere la qualita”’.

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