Ridurre l’Iva dal 20 al 6 per cento per il settore congressuale pena la perdita di competitività dell’Italia. Lo ha ribadito Emma Aru, vicepresidente di ItalCongressi, spiegando che “l’esigenza è stata richiesta dall’associazione degli operatori congressuali. In caso contrario, non possiamo essere competitivi con gli altri Paesi europei. Riusciamo a portare un turismo di fascia alta che spende in dollari e non dimentichiamo che la recente drastica riduzione dei budget delle aziende farmaceutiche, prevista dalla Finanziaria 2002, ha dimezzato il fatturato dei congressi organizzati all’estero provocando la chiusura di molte agenzie specializzate in outgoing”.