Confindustria, serve un grande progetto per il turismo

Montezemolo: natura, stile di vita e opere d’arte non bastano più

Ha toccato anche il settore del turismo il lungo intervento del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, tenuto all’annuale assemblea confederale. Un settore che ha bisogno di interventi urgenti, come le infrastrutture, ma non solo. “Migliorare l’offerta di logistica implica anche investimenti nell’intermodalità, a cominciare dai porti. E poi innovazione organizzativa e tecnologica affinché si trasformi da onere per le imprese in valore aggiunto per tutti. Ciò sarà molto importante per l’impatto sui costi di trasporto, oggi troppo alti, e per il turismo – ha spiegato Montezemolo – Lo dico forte: serve un grande progetto per il turismo, per farlo uscire dalla crisi in cui si dibatte e per farne un vero protagonista dello sviluppo nei prossimi anni, un protagonista a dimensione industriale. Natura, stile di vita e opere d’arte non bastano più. Senza promozione coordinata e centralizzata del “marchio Italia”, senza prezzi concorrenziali e qualità del servizio, senza imprenditorialità siamo destinati a perdere altre posizioni. Non è solo il recente sorpasso della Cina che ci preoccupa, ma il fatto che dal 2000 perdiamo turisti mentre aumentano negli altri paesi europei. E questo nella più totale e generale disattenzione. Il turismo è una delle più grandi sfide che abbiamo davanti. Non è l’unica. Ma tutte le occasioni si coglieranno meglio con un sistema finanziario adeguato”. Che passa dal rilancio del Meridione. “Per Confindustria il tema del Sud rimane più che mai centrale. Lo deve essere per tutti, maggioranza e opposizione. Possiamo fare molto – conclude Montezemolo – avviando le infrastrutture che mancano e investendo nella qualità delle amministrazioni. Puntando, anche per attrarre investimenti, sulla fiscalità di vantaggio e su strumenti automatici, senza intermediazione politica o amministrativa. Potenziando un turismo integrato con la cultura, l’industria, le comunicazioni, le università. Facendo crescere le imprese meridionali e operando per una loro integrazione con il resto del paese”.

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