Enit, Ottavini bacchetta l’autolesionismo italiano

Da anni veniamo presentati come un Paese sorpassato e perdente

Parlare di declino e di crisi del
settore del turismo in Italia è sbagliato e la moda tutta
italiana del catastrofismo è autolesionistica per tutto il
Paese. E’ questo il monito lanciato dal presidente dell’Enit,
Amedeo Ottaviani, intervenuto al convegno ‘Turismo
2005: crisi, paura o ripresa. Esistono previsioni attendibili?’,
organizzato al Touring Club Italiano di Milano dal Gist, gruppo
Italiano Stampa Turistica.
”Ho portato all’attenzione della Conferenza di Genova sul
turismo italiano del 20 e 21 settembre – ha detto Ottaviani nel
suo intervento – alcuni dati: il turismo internazionale ha
perduto dal 2001 al 2003 circa 8 milioni di arrivi; l’Europa
occidentale ne ha perduti 2 milioni: di riflesso, il turismo
italiano ha perduto circa un milione di arrivi dall’estero e
1.200 milioni di euro di ricavi valutari”. ”Da questi dati –
ha però precisato il presidente dell’Enit – è assolutamente
arbitrario desumere che c’è una crisi generalizzata del turismo
nel mondo, in Europa e in Italia”.
”I grandi cicli di sviluppo del turismo – ha aggiunto
Ottaviani – si sono sempre manifestati in fasi cicliche
espansive delle economie nazionali e si alimentano con gli
stimoli che derivano dal piacere, dalla serenità, dalla
sicurezza del viaggiare. In questi anni non c’è dubbio che tali
condizioni economiche e di sicurezza si siano modificate per le
guerre, il terrorismo, la recessione, le epidemie e così via.
Però quest’anno l’Organizzazione Mondiale del Turismo prevede
una ripresa dei viaggi ritenendo che si stia superando l’effetto
nefasto dell’11 settembre 2001”.
”Si tratta di dati – ha avvertito però Ottaviani – sulla
cui lettura bisogna essere molto cauti perchè, pur provenendo
da fonti nazionali, in termini comparativi risultano poco
attendibili per stilare graduatorie: le statistiche sui
cosiddetti ‘arrivi’, infatti, riguardano in genere i transiti
alle frontiere. Sono le statistiche più approssimative, eppure
vengono accreditate come se fossero reali e se teniamo conto dei
confronti, troviamo da qualche anno l’Italia al ‘famoso’ quarto
posto. Se però andiamo a confrontare i dati sugli arrivi con i
ricavi valutari e il volume delle camere disponibili, le
graduatorie diventano incomprensibili. Un altro dato poco
attendibile e’ il confronto tra le presenze nella ricettività e
la dotazione di camere: non c’è un rapporto equilibrato tra la
stanza italiana e quella francese e spagnola e queste
incongruenze vanno segnalate perchè danneggiano l’Italia e la
nostra immagine. Veniamo rappresentati da anni come un Paese
sorpassato e perdente, ma non ritengo affatto che le nostre
difficoltà siano maggiori di quelli della Spagna e della
Francia”.
”Ma l’Italia – ha sottolineato Ottaviani – deve mettersi al
passo con questi problemi affinando i suoi strumenti e i suoi
metodi di rilevazione e di analisi: in Italia non siamo ancora
in grado di conoscere con sufficiente grado di approssimazione
la dimensione reale del fenomeno turistico e meno che mai siamo
in grado di articolare queste conoscenze per quanto riguarda
singole aree di offerta, le varie tipologie, cioè i cosiddetti
‘turismi’, sia sul piano della domanda effettiva, sia su quello
della rilevanza economica di ciascun comparto. Tutto ciò
produce effetti negativi nell’apprezzamento dell’economia
turistica e dei suoi effetti sul sistema Italia”.
”Mi auguro – ha concluso Ottaviani – che proprio attraverso
l’ammodernamento dei nostri strumenti di rilevazione e di
indagine del fenomeno saremo in grado di fare analisi più serie
e quindi di dare giudizi più fondati e stabilire terapie più
sicure. Sono convinto che anche l’Enit potrà dare un forte
impulso alla crescita di una cultura e di una scienza del
turismo più adeguata: ci auguriamo quindi che il nuovo Enit
possa, nella veste nuova che si intende realizzare con la sua
riforma, affermarsi come struttura centrale di orientamento,
indirizzo, consulenza, supporto informativo e formativo”.

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