Aprire a nuove frontiere il turismo per l’Italia. Per quella che è la prima missione dell’Ente nazionale per il turismo “non basta la buona volontà, servono le risorse economiche”. Risorse economiche che, ancora oggi, “la legge Finanziaria non mette a disposizione in modo sufficiente”. La convinzione e’ stata espressa dal direttore generale dell’Enit, Piergiorgio Togni, parlando ieri a margine della presentazione, al ministero dei beni culturali del Consorzio di tutela dei vini doc di Pachino. La dotazione economica dell’Enit “è passata da 33 a 24 milioni euro”. Ma il problema parte da lontano, con la finanziaria 2002, spiega Togni, “che già aveva tagliato le risorse all’Enit. La Finanziaria di quest’anno non ha fatto che confermare questa linea di tendenza”. A questo si è aggiunto il “taglio, previsto per tutti gli enti pubblici, del 2,5%, che ci ha ulteriormente penalizzato”. Togni è però fiducioso che “grazie agli emendamenti che il governo, con i ministri Marzano e Urso, ha già presentato, ma anche forze di opposizione, come i Ds, hanno proposto, “la
dotazione dell’Enit potrà essere incrementata di altri 20 milioni di euro. Con un’inversione di tendenza che consentirà all’Enit di poter disporre di almeno una quarantina di milioni di euro in un momento importante, difficile e delicato come questo”. Un momento ”dove, non a caso, – ha sottolineato Piergiorgio Togni – paesi nostri diretti concorrenti, come Spagna, Francia e Germania hanno destinato rispettivamente il 9% e il 12% in più di risorse sul capitolo della promozione dei
propri paesi nel mondo”. Togni non ha dubbi: l’Enit “deve andare avanti e intensificare le iniziative promozionali non solo in mercati consolidati, come l’America e il Giappone dove stiamo soffrendo
particolarmente”, ma “intervenire assolutamente nei nuovi mercati, come la Russia, l’Ucraina e la Bielorussia, fino alla Cina, alla Corea e il Centro America che sono bacini importantissimi dai quali aspettiamo un grosso flusso”. Proprio nei giorni scorsi si è conclusa una missione governativa italiana in Cina “importantissima” secondo il direttore dell’Enit. Nel protocollo che è stato abbozzato è stata infatti “inclusa anche una voce a proposito del riconoscimento dell’Italia come destinazione turistica”. Un riconoscimento che quando sarà reso ufficiale consentirà anche
all’Italia di puntare ad avere una fetta di quei 100 milioni di cinesi ‘ricchi’ che possono viaggiare”.
Attualmente la Cina ha fatto un passo anche nei confronti dell’Unione europea. Ma probabilmente, spiega Togni, non vale la pena di aspettare l’Ue “si può procedere parallelamente con la preparazione di accordi bilaterali per riconoscimento dell’Italia quale destinazione turistica”.