Federturismo boccia l’ingresso dell’agriturismo nel nuovo Enit

Jannotti Pecci, creerebbe solo un’inaccettabile precedente

”Non c’e’ pace per il turismo: mentre si stava profilando un primo accettabile esito per il riassetto dell’Enit, dopo anni di attese e confronti, in zona
Cesarini spunta, nel Piano di Azione per lo Sviluppo preparato dal Governo, la rappresentanza dell’agriturismo nel nuovo Ente”. E’ quanto afferma Costanzo Jannotti Pecci, Presidente di Federturismo-Confindustria, completamente contrario a questa ipotesi. ‘Se la bozza preparatoria trovasse conferma nei
provvedimenti del Consiglio dei Ministri, si realizzerebbe un inaccettabile precedente, innanzitutto dalle dubbie radici anche normative: dall’ordinamento dei Ministeri, al Cnel, alle leggi dei due settori, alla Commissione europea,
come in diritto ed in economia, la separazione tra agricoltura e turismo e’ netta ed inequivocabile, con il cosiddetto agriturismo contemplato e sancito soltanto quale complemento delle attivita’ esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 del codice civile. Ma – ha proseguito il Presidente di Federturismo-Confindustria – evidentemente cio’ non e’ sufficiente per il gioco dello scambio politico che tratta l’industria del turismo, a lungo completamente ignorata, come un comodo ‘omnibus’ sul quale imbarcare ogni utile
compromesso interno al Governo”. ”Nessuno ovviamente discute il valore dell’agroalimentare o dell’enogastronomia per il made in Italy e quindi anche per il turismo (e viceversa) oppure la crescente segmentazione delle motivazioni e modalita’ di consumo turistico. E questo vale per tanti filoni collegati all’industria del turismo che, passando questa singolare innovazione nell’Enit, non si vede perche’ dovrebbero accettare di restarne esclusi: cito i cosiddetti
turismi religioso, sportivo, sociale, giovanile, culturale, associativo, e, perche’ no, la cooperazione, il no-profit, ecc. visto che basterebbe darsi un marginale interessamento al turismo per conquistare i galloni in Enit. Quando appunto e’ al varo il Comitato Nazionale Turismo quale ‘cabina di regia’ delle
politiche e delle integrazioni anche intersettoriali e sociali nazionali. Ma una cosa e’ la macroeconomia allargata di ambiti variamente connessi e ben altra e’ il governo dello specifico settore produttivo dell’industria del turismo, attraverso la quale si vorrebbe ora sdoganare tutto: osservo che valige e
borsoni sono funzionali alle attivita’ turistiche, senza per questo sentire, per ora, il bisogno di includere nell’Enit i rappresentanti di questi produttori”.
Jannotti Pecci ha concluso ricordando come ”l’unico assetto condiviso per l’Enit e’ quello che prevede i rappresentanti dello Stato, delle Regioni e delle organizzazioni datoriali del settore maggiormente rappresentative, secondo le norme regolanti la composizione del Cnel: se necessario dovra’ pensarci il
Parlamento, nel prosieguo dell’iter del provvedimento, a ricordarlo al Governo”.

editore:

This website uses cookies.