I turisti cinesi scelgono l’Italia, ma ce li portano i tedeschi

La provocazione lanciata dall’assessore al turismo dell’Emilia Romagna

I turisti cinesi in Italia ci arrivano eccome, solo che a portarceli non sono operatori turistici italiani, ma per lo piu’ quelli tedeschi. Lo hanno spiegato, durante la conferenza stampa di presentazione della Borsa delle 100 Citta’ d’arte italiane Guido Pasi, assessore al turismo dell’Emilia-Romagna e Giuseppe Chicchi, amministratore delegato dell’Apt servizi regionale. Il turismo cinese e’, secondo i due amministratori, in fase ancora ‘pionieristica’ e questi novelli ‘esploratori’ optano per soggiorni europei (da 7-10 giorni) che li portano a visitare in tempi rapidi molte citta’ del vecchio continente. Ma gli
operatori italiani erano impreparati a fronteggiare questa fase. Cosi’, ha spiegato Guido Pasi, ”il turismo cinese passa oggi per lo piu’ dalla piattaforma logistica di Francoforte, non solo perche’ i tedeschi hanno rapporti economici consolidati con la Cina, ma anche perche’ hanno piu’ voli e fanno una politica dei visti diversa. Il tour operator vende Venezia, o altre destinazioni in Italia, ma le vende dalla Germania”. Servirebbe avere in Italia la piattaforma logistica, perche’ ”non e’ solo la destinazione finale che conta. Questo – ha concluso Pasi – e’ uno dei grandi problemi del turismo italiano”.
Che, a dire il vero, deve ancora calibrare il ‘tiro’ anche su altri aspetti della relazione con il turista cinese, soprattutto culturali. A raccontarlo e’ stata Maria Chiara Ronchi, direttore della Borsa del Turismo delle 100 Citta’ d’arte, che l’anno scorso ha realizzato alcuni tour educativi con operatori cinesi. Finendo per scoprire che, per ‘catturare’ quel tipo di viaggiatore ”l’inglese non basta, bisogna parlare il cinese, anzi: i diversi cinesi”, ma anche che uno dei cavalli di battaglia italiani, cioe’ il cibo, deve essere ”modulato in modo garbato e bisogna darlo con parsimonia”. Perche’, per
esempio, un sopraffino risotto di pesce puo’ rimanere tutto nel piatto, se non si sa che, ai cinesi, i chicchi piacciono un po’ scotti. Inaspettatamente invece ci sono cose che noi diamo per scontate e che invece il turista cinese ricerca, soprattutto sul fronte degli acquisti, una per tutte le macchine per la moka.
Insomma, ha concluso Ronchi, alla Borsa di Ferrara si fa anche questo: ”Prove generali di accoglienza”.

editore:

This website uses cookies.