Il turismo italiano punta i riflettori sull’India

Nel 2020 saranno 50 milioni di viaggiatori

Dopo la Cina e’ l’India il Paese la cui crescita registra ritmi vertiginosi e per questo da qualche tempo gli operatori turistici italiani guardano con attenzione, oltre al mercato cinese, anche a quello indiano. Secondo uno studio della World Tourism Organisation (WTO) nel 2003 sono stati in 135 mila i viaggiatori indiani che hanno visitato l’Italia, secondi in ordine di arrivi soltanto al Regno Unito (dove il viaggio e’ motivo di visita ai parenti
immigrati), realizzando complessivamente 537mila pernottamenti con una spesa complessiva di 86 milioni di euro. Oltre alla favorevole situazione economica – osserva in uno studio sui viaggiatori indiani l’agenzia Teamwork, che si occupa di marketing e servizi per il turismo – diversi fattori culturali rivestono un ruolo importante nel favorire lo sviluppo del turismo che negli ultimi dieci anni ha registrato un incremento del 50%, passando da 2,5 a 4,4 milioni di viaggiatori, mentre le proiezioni per il 2020 parlano di 50 milioni.
Il fattore principale e’ senza dubbio l’emancipazione femminile: cresce il numero di donne con un elevato grado di istruzione, che lavorano ed occupano ruoli nella societa’ prima appannaggio dei soli uomini. La visione del mondo piu’ aperta, l’autonomia economica e la contribuzione al bilancio familiare
consentono alle cittadine indiane di assumere il ruolomaggiormente decisivo nel processo di acquisto, influenzando spesso le scelte del compagno. Anche l’ ‘apertura al nuovo’ e’ una caratteristica culturale che caratterizza questo popolo, attento a soddisfare e ad approfondire le proprie curiosita’, spesso alimentate dall’industria cinematografica nazionale, con oltre 800 film prodotti all’anno di cui oltre la meta’ girati all’estero. Sono proprio le pellicole indiane a promuovere indirettamente il turismo verso le localita’ straniere. Un terzo elemento e’ rappresentato dall’abolizione di tutte le restrizioni fiscali sui viaggiatori all’estero. A differenza dei turisti cinesi, che viaggiano solo in gruppo, i turisti indiani, inoltre, amano muoversi anche soli; sono sofisticati, conoscono bene l’arte del viaggiare, hanno abitudini ‘internazionali’ e scelgono quasi sempre soluzioni di viaggio che li portano in
piu’ destinazioni. Anche la famiglia si presenta come un segmento di grande importanza: i gruppi familiari sono spesso costituiti da genitori fra i trenta e i quaranta anni con figli al di sotto degli undici e dispongono di un doppio stipendio che li rende ottimi consumatori. Il mercato e’ tuttavia caratterizzato anche dalla presenza di genitori leggermente piu’ anziani (sui 45 anni) e figli piu’ grandi. Gli sposi orientano sempre piu’ spesso la loro scelta verso la luna di miele in crociera con destinazione Europa e Stati Uniti. Anche i piu’
anziani e i turisti business rappresentano un target interessante per le destinazioni europee. Questi ultimi (circa 1.750mila) viaggiano per contratti di lavoro a breve o lungo termine e appartengono, nella maggior parte dei casi, al settore della tecnologia, dell’ informazione e della finanza.
Normalmente non manifestano preferenze ben definite, ma sono molto sofisticati nei servizi richiesti perche’ viaggiano con regolarita’ e hanno la tendenza a unire gli affari alle vacanze. Un segmento nuovo e in veloce crescita e’ rappresentato dalle donne single, dotate di una interessante capacita’ di spesa e ben coscienti del tipo di esperienza che desiderano fare e della qualita’ della sistemazione che vogliono. I turisti che decidono di muoversi in gruppo preferiscono come compagni di viaggio persone gia’ conosciute. I gruppi sono
costituiti principalmente da famiglie o anziani e i partecipanti hanno spiccate preferenze per il cibo indiano. E’ per questo motivo che i viaggi organizzati dalle grandi agenzie prevedono la presenza di un cuoco al seguito. La dimensione del gruppo varia a seconda della destinazione: citta’ come Londra e Singapore sono arrivate a richiamare gruppi composti da un numero molto elevato di turisti (250-500). L’80% degli indiani che vanno all’estero partono dalle metropoli di
Mumbai e Delhi, il 20% e’ equamente diviso fra Chennai, Bengalore e Calcutta. Le citta’ di Mumbai e Delhi, dove vivono i piu’ ricchi, rappresentano da sole piu’ del 70% del traffico internazionale di tutta l’India. L’Italia e’ uno dei Paesi in Europa che suscita il maggiore interesse tra i viaggiatori indiani grazie alla cultura e allo stile di vita, al calore dei rapporti umani, all’enogastronomia e alla possibilita’ di acquistare prodotti ‘Made in Italy’.
Questo interesse per l’Italia non e’ pero’ ricambiato da un serio interessamento degli operatori italiani – lamenta lo studio di Teamwork – che purtroppo fino ad ora hanno lasciato carta bianca ai Paesi concorrenti, soprattutto Austria e
Svizzera. Da tempo i nostri vicini investono grandi quantita’ di risorse in promozione e pubblicita’, sia attraverso operazioni mirate rivolte agli operatori locali sia nell’ organizzazione di workshop e seminari per sensibilizzare la stampa locale. In India sebbene la popolazione povera rappresenti la maggioranza, vi e’ una classe media e medio-alta costituita da circa 370 milioni di persone a cui si aggiungono 5 milioni di ‘super ricchi’.
Ecco alcune particolarita’ del turismo indiano: I turisti indiani desiderano essere tenuti impegnati e avere continue occasioni di divertimento. Amano gli spettacoli che coinvolgono la famiglia, lo shopping, la buona tavola e le visite organizzate a monumenti e musei. Non si avventurano in cibi diversi dai propri.
Pagano in contanti, a differenza degli occidentali che preferiscono la carta di credito. Amano cenare a tarda ora e spendono per gli alcolici.

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