Il Pit dei Nebrodi ha in serbo una serie di iniziative di tipo economico e sociale che interessano il territorio del Parco dei Nebrodi. Se il finanziamento andrà in porto il futuro dei comuni che ne fanno parte sarà più roseo. A Cesarò, l’acquisizione il restauro e il riutilizzo del nobile palazzo “Zito”porterebbe alla realizzazione oltre che di un museo, del primo laboratorio della conoscenza e del paesaggio dei Nebrodi. Lungo la statale che collega Cesarò con S.Fratello e S.Agata di Militello è previsto inoltre la costruzione di aree attrezzate per la fruizione del territorio dell’oasi protetta. A S.Fratello sarà recuperato il fabbricato ex Acli per farne un centro di documentazione e scuola di formazione residenziale; a Santo Stefano di Calastra nascerà la rete delle botteghe artigiane della ceramica; recuperi di palazzi sono previsti a Ristretta, Tortorici e a Capizzi; vecchi mulini verranno recuperati a Caronia e Alcara Li Fusi mentre a San Marco d’Alunzio il complesso monumentale della “Badia Grande” diventerà un centro polivalente a servizio del Parco. L’opera che richiede il maggiore sforzo economico è il parco archeologico della valle Halaesa che ricade nei territori di Tusa, Motta d’Affermo, Castel di Lucio e Pettineo. Infine sono previsti investimenti aziendali in agricoltura, zootecnia ed azioni di sostegno dei ristoranti ed esercizi artigiani e commerciali che contribuiscono alla valorizzazione dei prodotti tipici denominati:”le strade dei sapori dei Nebrodi”.