Iraq, voli tagliati e biglietti aumentati

Le compagnie pronte alle contromisure. In Italia verrà introdotta tassa sui bagagli

Voli annullati, itinerari modificati, costi dei biglietti in aumento: sono le conseguenze della guerra in Iraq per il traffico aereo mondiale, che già a poche ore dall’inizio delle attività inizia a fare i conti delle perdite. E, intanto, in Italia, dove Alitalia ha confermato tutti i suoi voli per il Medio Oriente, scatta la tassa sui bagagli da mandare nella stiva degli aerei, finalizzata ad aumentare la sicurezza degli aeroporti, e che varierà a seconda degli scali
di partenza da 1,10 a 2,33 euro. Il primo segnale delle contromisure attivate dalle compagnie arriva dalla Iata: per compensare il danno economico causato dalla guerra in Iraq le compagnie aeree si preparano ad aumentare il prezzo di alcuni tipi di biglietti, con rincari del 2-3%. Secondo fonti della Iata, gli aumenti dovrebbero entrare in vigore dal 15 aprile. Le rotte europee potrebbero non essere sottoposte ai rincari, che andrebbero a gravare su una quota tra il 5 e il 10% del traffico aereo mondiale. E come prima reazione, c’è il calo delle prenotazioni: solo l’australiana Quantas ha previsto un calo tra il 15 e il 20% a causa del conflitto. Risultato che porta le compagnie in fase di ristrutturazione, come la Continental, a pensare ad ulteriori tagli di personale, dopo i 1.200 già annunciati. Ma oltre al calo dei passeggeri, le compagnie devono fare i conti con l’aumento del costo del carburante, dei premi delle assicurazioni e dei costi legati alla sicurezza. L’Alitalia ha confermato oggi che tutti i voli operano come da programma, anche quelli da e per le destinazioni mediorientali di Dubai, Teheran, Amman, Cairo, Tel Aviv e Istanbul. La compagnia ha comunque attivato il numero verde 800-650055 a disposizione della clientela per informazioni aggiornate sulle possibili variazioni operative conseguenti all’evoluzione dello scenario bellico. Anche Emirates, compagnia
con sede a Dubai, ha annunciato che continuerà ad operare normalmente, tranne che per Kuwait City. Lufthansa, invece, ha annullato i suoi voli oggi e domani verso Israele e numerosi paesi arabi, e anche Austrian Airlines ha disdetto i suoi voli quotidiani tra Vienna e Tel Aviv, mentre la Klm ha annullato tutti i suoi voli in partenza ed in arrivo da Amman e dal Kuwait. British Airways, che già da ieri aveva sospeso i voli per i Kuwait, oggi ha bloccato quelli per Israele, mantenendo però i collegamento con altre destinazioni del Golfo Persico, in particolare il Qatar, dove l’esercito americano ha allestito il
suo centro di comando avanzata. La compagnia inglese ha mantenuto anche i contatti con Dubai, centro economico della regione. Air France ha annullato per oggi il collegamento Parigi-Amman e fino al 24 tutti i voli per Tel Aviv. Nessuna modifica, per ora, dei voli della Swiss. Riduzioni e tagli sono stati previsti anche dalle compagnie minori e da quelle non europee: Turkish Airlines e Iran Air hanno interrotto i collegamenti con il Kuwait, cosa che aveva già fatto Olimpic Airways che oggi ha ridotto drasticamente i collegamenti con i paesi arabi. Singapore Airlines ha cancellato 65 voli e ha modificato le rotte verso il Medio Oriente e l’Europa. Tagli anche per Malaysian Airline. Air India e Pakistan International Airlines, al contrario, hanno organizzato voli speciali per il Kuwait per consentire agli immigrati dei due paesi di tornare a casa. Sono più di un milione gli indiani e 60 mila i pakistani che lavorano nella regione. Per quanto riguarda la tassa sui bagagli introdotta nel nostro paese, il decreto (che attende al via libera della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta) prevede che il nuovo contributo sarà utilizzato per migliorare la qualità della sicurezza a terra. La tassa minima (1,10 euro) è prevista a Verona, la massima (2,33 euro) a Rimini: la quantificazione della tassa resterà in vigore fino al 30 marzo 2004, scadenza entro la quale il ministero dovrà provvedere alla loro rideterminazione. Un no alla tassa sui bagagli è venuta dall’Intesa sei consumatori che hanno ricordato che ”una tassa per la sicurezza dei voli esiste già da alcuni anni. E’ giusto garantire ed
aumentare la sicurezza negli aeroporti, ma ciò non deve avvenire a danno delle tasche dei cittadini”.

editore:

This website uses cookies.