L’Ue non firma l’accordo con la Cina

Bocca, il Governo proceda con un accordo bilaterale

Procedono a rilento i passaggi burocratici che porteranno a un accordo fra Unione europea e Cina e nel frattempo l’Italia deve di fatto rinunciare a 60 milioni di potenziali turisti Cinesi. Una fetta di mercato interessante che, però, al momento non può varcare la frontiera per i problemi legati ai visti turistici. ”Così l’Italia si perde una fetta consistente di visitatori con buona capacità di spesa”, spiega il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca che annuncia quella che sarà la nuova sfida alla quale intende dedicarsi per aprire nuovi mercati al turismo italiano: ”sbloccare la burocrazia europea che frena le potenzialità italiane”. Parlando a margine della presentazione dei dati revisionali sui flussi turistici per Natale e Capodanno, dice: ”le sorti del mercato turistico italiano sono legate a molti fattori, uno di questi riguarda la nostra capacità di accogliere nuovi viaggiatori che sostituiscano, con la stessa capacità di spesa, quelli nord-americani che abbiamo perso dopo gli attacchi terroristici a New York”. Cosa ostacola l’arrivo dei cinesi? ”Semplice – spiega Bocca – i turisti cinesi per venire in Italia devono farsi fare finti inviti da società italiane per fingere di far parte di una delegazione, altrimenti non ottengono il visto turistico perché l’Italia sta ancora spettando l’accordo bilaterale Europa-Cina. Peccato – aggiunge – che nel frattempo i grandi alberghi di Monaco e Francoforte siano pieni di turisti cinesi perché a differenza dell’Italia la Germania, (ma lo ha fatto anche la Grecia), ha siglato un accordo bilaterale per aggirare le lentezze europee”. Secondo il presidente di Federalberghi ”sarebbe tempo che il governo italiano prendesse atto che l’Italia – stando alle nostre inchieste – è per il mercato cinese la prima destinazione. Quindi se l’Europa non si muove, l’Italia proceda con un accordo bilaterale”. Non è questo il periodo ”per regalare turisti stranieri ad alta capacità di spesa in un periodo in cui i nostri alberghi sono così scarsi di prenotazioni soprattutto nelle città d’arte”. Un messaggio chiaro e una ”richiesta di attenzione da parte del ministro degli Esteri Franco Frattini” e all’Europa che da ieri, a Bruxelles, sta discutendo del futuro del turismo nel corso di un Forum europeo.

editore:

This website uses cookies.