Mediterraneo: esportare formazione e tecnologia

Servono collegamenti per commercio e turismo. Roma si candida a hub dell’area

E’ arrivato il momento giusto per affacciarsi sul bacino del Mediterraneo, un’area naturalmente ricca per l’Italia e che offre oggi sempre più opportunità di scambio e di investimento. Soprattutto spostando il baricentro dall’est europeo, finora privilegiato, ai Paesi della sponda sud, è possibile esportare formazione e novità tecnologiche soprattutto nel settore del turismo. Nessun dubbio, quindi, sulla ritrovata centralità del Mediterraneo per industriali, media e rappresentanti delle istituzioni, intervenuti al convegno conclusivo della due giorni dedicata a “Piattaforma Roma. Una macroregione per il Mediterraneo”. Secondo Luigi Abete, presidente dell’Unione Industriali di Roma, “da una fase di progettualità inaugurata dalla Uir nel ’96 è ora il momento di passare ad una fase esecutiva, per investire e stringere rapporti diretti con i paesi più vicini alle coste italiane”. Le opportunità sono molte: ad esempio Tunisia e Marocco rappresentano per molti imprenditori italiani lo sbocco naturale in settori come il turismo e i trasporti. Da paesi destinazione di export, il Nord Africa e il Medio Oriente devono trasformarsi progressivamente in paesi di investimento per l’Italia. E per raggiungere questo obiettivo, ha sottolineato Raffaele Ranucci, assessore laziale allo Sviluppo, Roma si candida a diventare hub del Mediterraneo, con collegamenti rapidi e diretti ai Paesi del bacino. Ranucci ha insistito sulla necessità di “lavorare per incrementare la qualità del commercio e quella del turismo”. Un settore quest’ultimo in cui oggi bisogna saper cogliere l’occasione per diventare “esportatori di formazione e novità tecnologiche” giocando d’anticipo per fare in modo che gli altri paesi dell’area mediterranea non vengano visti solo come possibili concorrenti.

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