E' allarme in Thailandia per la marea nera che minaccia paradisi turistici e risorse ittiche dopo la fuoriuscita di 50 mila litri di greggio da un oleodotto al largo della provincia di Rayong, nell'est del Paese. Centinaia di militari e volontari lavorano senza sosta per ripulire le spiagge di Ao Phrao, sul versante occidentale dell'isola di Koh Samet, dai 5 mila litri di petrolio che l'hanno invasa. Ma il disastro avanza, e le immagini dall'alto mostrano un'enorme chiazza nera che incombe su un largo tratto di costa. E mentre diventa chiaro che ripulire Koh Samet in tre giorni è impossibile, sono già crollate le prenotazioni nei resort dell'isola, meta ogni anno di un milione di turisti per lo più cinesi e russi, ma anche di thailandesi, grazie alla sua vicinanza a Bangkok. Il petrolio è stato raccolto in migliaia di secchi e sacchetti, ma sabbia e scogliera rimangono nere. Dalla spiaggia colpita sono stati evacuati già i turisti che si trovavano in tre alberghi di fascia medio-alta. E anche se le spiagge del settore orientale non sono state coinvolte, moltissimi tra gli ospiti hanno deciso di tornare sulla terraferma.
Intanto, Greenpeace lancia l'allarme e avverte che una volta passata l'emergenza i danni maggiori saranno quelli causati ai coralli e alla catena alimentare dei pesci. Per questo, l'organizzazione ecologista dichiara che "è ora di fermare la follia delle estrazioni petrolifere".