Trasporto aereo, ancora nero il presente delle compagnie americane

Il Governo boccia le richieste United, Delta rischia la bancarotta e Southwest vede il rosso

Nonostante la leggera ripresa dei trasporti aerei a livello globale dopo le stagioni critiche degli ultimi anni – segnate dalla recessione vissuta sul finire del 2000 e agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 – le società dell’aria nordamericane non sembrano ancora pronte a rivedere la luce. Bocciata dal governo americano, la scorsa settimana, la richiesta della United Airlines di un prestito garantito da 1,1 miliardi di dollari necessario per affrettare la
riorganizzazione dopo la bancarotta vissuta 18 mesi orsono, tocca adesso a compagnie come Southwest Airlines, Air Canada e Delta Airlines dividersi il palcoscenico. Regina delle compagnie a basso costo – premiate dagli utenti per le tariffe ridotte e la qualità del servizio – Southwest è risultata, negli ultimi tempi, come una delle poche aziende del settore a chiudere, ogni anno, il proprio bilancio in attivo senza doversi preoccupare di costi e spese. Adesso, però, lo scenario rischia di mutare in fretta. Gli assistenti di volo della compagnia – dopo anni di quieta accondiscendenza verso stipendi contenuti, in linea con un servizio low-cost – hanno chiesto alla società di rivedere il
rapporto di lavoro strappando, grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali, un incremento medio del 31% dei propri pacchetti retributivi. L’intesa – per ora preliminare e ratificabile entro la fine del mese – permetterà agli assistenti di volo dell’azienda di Dallas di portare a casa, a fine mese, buste paga più pesanti (comprensive di stock-option) e, per la prima volta, vacanze pagate e corsi di preparazione. Una svolta importante per l’azienda che sui prezzi vantaggiosi ha costruito un successo invidiato da tutte le rivali sul mercato. Attualmente – riporta il Wall Street Journal – lo stipendio di un assistente di volo della Southwest è pari a 24.600 dollari all’anno: l’incremento dei costi sarà, quindi, di non poco conto (nonché retroattivo al primo giugno del 2002) e potenzialmente pericoloso per l’azienda e le sue casse ad oggi virtuose. Se per Southwest le difficoltà potrebbero essere all’orizzonte, Air Canada vive già ora il suo periodo di passione. In bancarotta dall’aprile del 2003, la società canadese sta limando il suo piano di riorganizzazione aziendale presentato proprio in queste ore nella speranza di riemergere dal fallimento il prossimo autunno. Un’opzione considerata non semplicissima: il vettore di Montreal è schiacciato da un debito pari a 9,7 miliardi di dollari e la sua rinascita – osserva sempre il Wsj – è legata ad una difficile riduzione dei costi basata su un taglio della propria flotta di almeno 30 unità (sulle attuali 213) entro la fine del 2006, e la conversione verso una flotta di piccoli aerei a portata regionale. Preoccupazioni – quelle relative a tagli di costi e spese – che accomunano anche Delta Airlines, solo poco tempo fa uno dei gioielli dell’aviazione civile americana e ora, come da lei stessa annunciato lo scorso 10 maggio, a rischio bancarotta. L’azienda – che ha visto crescere le proprie perdite a quota 3,6 miliardi di dollari negli ultimi tre anni – non ha escluso la possibilità di scontare un periodo in amministrazione
controllata al fine di riequilibrare le proprie finanze attaccate duramente dai costi per flotta, carburante e personale, tanto da vedere calare del 19% (a quota 2,2 miliardi di dollari) la propria riserva di sicurezza rispetto ai tre mesi precedenti.

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