Usa, la crisi infinita delle compagnie aeree

Costi per la sicurezza troppo alti e domanda che non decolla i motivi principali

Sembra non finire mai la crisi delle compagnie aeree americane, travolte, a partire dall’11 settembre, da un calo delle vendite dei biglietti e degli utili per il quale non riescono a trovare soluzioni. La settimana scorsa i bilanci trimestrali delle principali aziende del trasporto aereo americano hanno infatti mostrato un settore in serie difficoltà, dove riesce a restare ‘in nero’ solo chi imbocca con decisione la strada dei biglietti scontati. La prima a presentare un pesante rosso è stata la Delta, che nel terzo trimestre ha registrato perdite per 326 milioni di dollari, contro quelle pari a 259 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Il vettore statunitense ha affermato che
il risultato negativo si deve tra l’altro all’aumento dei costi relativi alla sicurezza. Primo provvedimento preso dall’azienda è stato il rinvio dell’acquisto di 29 apparecchi Boeing e la decisione di non comperare altri aerei nei prossimi due anni. Ma la drammatica situazione avrà immediate ripercussioni anche sull’occupazione, con almeno 7mila dipendenti che perderanno il
lavoro. Ancora peggiore il caso di American Airlines: la prima compagnia americana nel trimestre ha totalizzato perdite per 924 milioni di dollari, più del doppio rispetto ai 414 dello stesso periodo del 2001. In forte calo anche i ricavi, scesi del 6,7% a 4,49 miliardi. Meno allarmante sul piano delle perdite, ma solo grazie alla riduzione dei costi necessaria per evitare la bancarotta, la trimestrale della United Airlines, riuscita a ridurre il rosso a 889 milioni di dollari (dai precedenti 1,16 miliardi). Il vettore americano, tuttavia, ha registrato un calo del fatturato del 9%, pari a 3,74 miliardi di dollari. Male sono andate anche Northwest Airlines (46 milioni di dollari di perdite) e Continental (37 milioni di dollari). Risultati positivi, ma con utili dimezzati rispetto al terzo
trimestre 2001 (74,9 milioni di dollari), sono stati messi a segno invece da Southwestern. La compagnia aerea di Dallas ha deciso di puntare sui biglietti scontati e la strategia ha pagato con un incremento delle vendite del 4,2%. Domanda che non decolla, costi per la sicurezza, rialzo del
prezzo del carburante: queste le principali ragioni che, dagli attacchi terroristici contro New York e Washington, impediscono al settore di ricominciare a macinare utili. La crisi dell’11 settembre, infatti, per le compagnie americane non ha provocato soltanto un naturale calo dei viaggiatori privati, spaventati dalla possibilità di nuovi attentati, ma anche una contrazione degli investimenti in viaggi d’affari del personale da parte delle aziende (a loro volta alle prese con i tagli dovuti alla
crisi economica) e all’incremento dei costi per la sicurezza.

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