mercoledì, 24 Aprile 2024

Fs, Moretti: “Per lo sviluppo servono risorse”

Si delinea meglio il piano anticipato dal ministro Padoa Schioppa

“Le Ferrovie sono pronte a fare il loro dovere, ma ci devono essere le risorse per uno sviluppo che ci metta in condizione di competere con le altre grandi Ferrovie europee”. Parla così l’amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti, a proposito del piano che Fs si prepara a lanciare con l’obiettivo di un ritorno all’utile e di un aumento del fatturato, con forti investimenti, ma anche aumenti delle tariffe ed esuberi. Mercoledì scorso il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa in una audizione alla Camera aveva anticipato le linee guida del piano che ieri il Sole 24 Ore ha descritto più nel dettaglio. Padoa-Schioppa aveva parlato di esuberi e tariffe troppo basse. Sul fronte tariffe è previsto un aumento, in 5 anni, del 22% per il trasporto locale, e del 35-40% per l’alta velocità. L’obiettivo di riduzione del personale è nell’ordine di diecimila dipendenti. Il ministro aveva parlato dell’introduzione del macchinista unico e di “scelte difficili e impopolari”, bilanciate da chiari obiettivi di sviluppo. Ferrovie prevede investimenti per 8,8 miliardi per l’acquisto di nuovi treni (2,5 miliardi per alta velocità ed Eurostar, 6,4 miliardi per il traffico locale, in parte autofinanziati dall’aumento dei ricavi). E stima una crescita del traffico del 34% per il trasporto locale e del 14% per alta velocità e treni Eurostar. Realizzando queste condizioni, con un taglio dei costi, recupero di efficienza, e maggiori risorse, è atteso un fatturato in aumento da 5 miliardi nel 2006 a oltre 8 nel 2011. Padoa-Schioppa aveva sottolineato che il Governo vuole un piano che punti al raggiungimento “dell’equilibrio finanziario”. Il piano Moretti prevede un risanamento dei conti con il ritorno all’utile nel 2008 per alta velocità ed Eurostar, nel 2010 per il trasporto locale, nel 2011 per le merci. Il ministro aveva anche anticipato che Ferrovie intende dismettere rami della rete non più redditizi ne essenziali per assicurare il trasporto. Il piano conferma l’obiettivo di una razionalizzazione industriale con la chiusura di 300 impianti sottoutilizzati.

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