In viaggio le esperienze culinarie sono sempre più richieste

“Gli italiani mettono il cibo tra le gioie della vita e i viaggiatori più attenti hanno sempre avuto una grande curiosità per la cultura gastronomica dei luoghi che visitano”. Ad affermarlo Silvia Romagnoli di CartOrange, network italiano di consulenti di viaggio. 

“Le escursioni non bastano più – continua Silvia Romagnoli – Da diversi anni abbiniamo ai nostri viaggi una serie di esperienze culinarie selezionate dai nostri esperti in loco, per far vivere ai viaggiatori una vera immersione nella cultura del luogo. L’esperienza di un pasto tradizionale in famiglia è fra quelle che esaltano di più i nostri viaggiatori – aggiunge – La proponiamo per esempio in Giordania, in Turchia e in India. Oltre a imparare sapori, ricette e provenienza dei cibi direttamente da chi li prepara, i viaggiatori scoprono dal vivo delle tradizioni che mai potrebbero conoscere in un normale ristorante”. 

I corrispondenti di CartOrange sul posto selezionano le famiglie ospitanti ed è sempre presente una guida, in grado di rendere fruibile l’esperienza anche a chi ha poca dimestichezza con le lingue straniere.

Altra proposta sono i corsi di cucina, “che diventano un vero e proprio souvenir di viaggio, perché tornati a casa poi si ripropongono agli amici le ricette e i sapori conosciuti all’estero”, continua Romagnoli.

Ma le proposte di CartOrange non finiscono qui. In Armenia si può assistere alla preparazione del tolma (involtini di foglie di vite farcite) e del lavash, il pane tradizionale, da gustare in una cena accompagnata da danze e musiche.

In Cina si partecipa alla cerimonia del tè, mentre in Giappone si viene indirizzati nei posti giusti per gustare il celebre pesce palla.

www.cartorange.com 

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